C´è sempre nel panorama jazzistico italiano il disco a sorpresa, la situazione un poco più originale nella vasta area costituita dal genere mainstream. La deviazione dalla via seguita da tutti perchè è accetta dal pubblico o dagli organizzatori di festival, la sorpresa che forse avrà successo o che resta come un punto su cui ritornare dopo, quando ormai interessa solo ai critici, un pò come il trio di Bley/Swallow/Giuffre, di colpo diventato importante quando ormai non suonavano più insieme. Il quartetto messo insieme dal trombettista Tiziano Ruggeri ha qualcosa di speciale. Intanto il suono, quasi da West Coast, quello che molto tempo fa Chet Baker e Gerry Mulligan avevano reso famoso dall´oggi al domani. C´è infatti ad accompagnarlo un abile sassofonista baritono, Piersimone Crinelli, uno che ha imparato tanto nelle big band. E poi la ritmica costituita dai fratelli Stefano e Andrea Nunzi, rispettivamente al contrabbasso ed alla batteria.
Va da sè che ci sono delle diversità rispetto a quel gruppo, a partire da Tiziano Ruggeri, che si guarda bene dall´emulare il grande Miles. Il suo suono ha qualcosa di asciutto, di antiretorico, mentre le architetture dei suoi assoli sono di tutt´altra impostazione. Un modo, il suo, di cercare una via alternativa a quello che di solito fanno i colleghi, con tanta sincerità e forza espressiva. E poi il repertorio che prende solo “Moonlight in Vermont” dagli standard. Tre brani sono di Syd Barrett ed hanno poco di psichedelico. Una dimostrazione di come il jazz sia, da sempre, un animale onnivoro, pronto a fagocitare di tutto, basta che l´apparato digerente degli esecutori sia di livello adeguato. In due brani appare la chitarra elettrica. C´è infatti “Manic Depression” di Jimi Hendrix eseguita insieme a Jacopo Ruggeri e Manlio Maresca nel brano finale, di sua composizione, “Pessime abitudini”. Due esecuzioni che si incastrano perfettamente nell´opera complessiva, che risulta una scommessa riuscita. Piacevole all´ascolto, con delle idee realizzate perfettamente ed un´abilità esecutiva messa a servizio del progetto. L´amalgama perfetto fra i musicisti, proprio come nel quartetto californiano cui si è fatto riferimento, rende il disco una gemma preziosa.
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01. Terrapin
02. Kofi
03. Here I Go
04. Sgruppin´ Around
05. Manic Depression
06. Moonlight in Vermont
07. Odds and Evens
08. Wined and Dined
09. Pessime Abitudini
1 commento
Tiziano Ruggeri
1 febbraio 2012 a 17:32 (UTC 1)
Alla batteria c’è Andrea Nunzi e non Massimo.
Grazie
Tiz