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nov 03

Mezzala – Il problema di girarsi

Con gli attuali ritmi di gioco i fantasisti non hanno un buon feeling. Ed ora che anche Cassano non se la passa poi così bene, si sente l’assenza di fantasia sui campi da gioco. Ecco quindi che l’arrivo di Mezzala non può che farci piacere. Introdotto nel video di Ritrovare il goal da un testimonial di eccezione come Bruno Pizzul, Michele Bitossi da Genova indossa spesso la casacca dei Numero6 dopo aver militato a lungo nei Laghisecchi. Esistono anche squadre come il Pergocrema, per cui non ci trovo nulla da ridere. Il problema di girarsi (Urtovox Records), oltre ad essere tipico del calcio moderno, sembra un disco fatto apposta per essere suonato nei languidi pomeriggi domenicali di Prodezze fuori area. Dove, non ha caso, tra una bottiglia di Cirò e lo sguardo severo di Zeman, hanno già deliziato gli spettatori presenti fantasisti del calibro di Brunori e Dente. Con cui Mezzala divide l’ironia e la voglia di non prendersi troppo sul serio: ascoltare Rocker carbonaro può essere istruttivo al riguardo. Ma oltre all’ottimo uso della lingua italiana, evidente nella composizione dei testi e nei frequenti giochi di parole, a sorprendere è anche l’ottima impostazione tecnico-tattica di Mezzala. Che consente di liberare l’estro e godere appieno di lampi di fantasia che ricordano le giocate di Johnny Marr (per esempio l’ottima Tempi e Modi, e ne approfittiamo per fare i complimenti a Mattia Cominotto, chitarra, Giulio Gaietto, basso, Luca Guerci, tromba, Nicola Magri, batteria, Tristan Martinelli, tastiere). Certo, non tutte le giocate escono alla perfezione, qualche fallo di troppo e la classica giornata no possono starci. Perché suonare e scrivere è un lavoro duro, e solo i coglioni pensano che la vita sia piena di ispirazioni pure. E qualora i risultati dovessero latitare, in perfetto stile ultras si potrebbero lanciare Arance dal balcone. Sì, perché spesso nei campi delle leghe inferiori i palazzi affacciano direttamente sul campo. Con tutti gli inconvenienti del caso. Restano comunque impresse negli occhi tutti le giocate funamboliche del talento genovese, tra cui primeggia sicuramente l’eclatante Che fine faremo, sciabolata wave che apre ogni difesa a metà; e le già citate Rocker carbonaro, autentico inno da trasferta, e Arance dal balcone, con gli spalti che rispolverano inni baustelliani. Poi il fischio finale, gli spalti che iniziano e svuotarsi e quella sensazione di attesa che corrode gli animi in vista del prossimo turno di campionato. Vale a dire, con i tempi che corrono, praticamente domani.

1 commento

  1. CAR

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