Nonostante non sia mai stato il mio pane quotidiano a livello di generi musicali, ritengo che ad oggi l’industria discografica sforni tanto hip hop di dubbia qualità, mentre dietro a questa facciata c’è tutto un sottobosco di artisti che meriterebbe ben di più (e questo discorso si potrebbe generalizzare non solo alla musica hip hop ma non è questo il momento di aprire polemiche). Questo preambolo per dire che il nuovo disco di Millelemmi uscito all’inizio di quest’anno è uno di questi casi. Avevo avuto modo di ascoltare già qualcosa di questo rapper fiorentino, o almeno il nome non mi era nuovo, ma con questo Italodelicastrofunk devo dire che mi ha proprio conquistato: in un panorama di ritmiche trap, scarne e prive di ogni groove, Millelemmi fa l’alternativo creando un cocktail di funk mescolato con beat elettronici, il tutto rinfrescato da un rap leggero ma non banale, facilmente ricordabile e piuttosto graffiante. L’amalgama creato funziona alla grande, e lo si percepisce già dai primi brani: già la prima Spazio Funk (dopo l’intro) è rimbalzina ma decisa nelle rime e nel flow, ricca musicalmente, ed è il perfetto incipit che fa capire quali sono le basi del disco. Segue la mia preferita, Apri La Porta, scanzonata, irriverente, spensierata, un po’ “caparezziana”, la mia preferita e probabilmente anche la più radiofonica. L’allegra Todo Modo è anche in questo caso ben costruita, metriche vocali d’ispirazone più old-school e ritmica funk trascinante. Si cambia poi registro con Come Le Orche, ballata rap dal significato più profondo che spezza un po’ il disco a metà, ma che mette in luce il lato più introverso di Millelemmi. Torna subito il groove poi con Baddest Funk dopo l’irriverente intermezzo di Tavor: anche in questo caso l’idea che mi suscita l’ascolto di questo disco è che non capisco come possano passare per i network italiani tanti brani di dubbio gusto spacciati per hip hop, mentre il disco che sto recensendo sembra essere desinato a rimanere in secondo piano. Chiudono il lavoro Inventando, che affronta il tema classico delle dinamiche relazionali tra uomo e donna al giorno d’oggi, e segue C.C.L.A. che su ritmica trascinante si pone uno dei più profondi interrogativi dell’umanità, ovvero che cos’è l’amor. Italodelicastrofunk è un prodotto con grande dignità, ben realizzato, per nulla strafottente o supervalutato (ma non significa affatto che sia un disco che fa schifo, anzi!) come molta discografia di genere del giorno d’oggi: non so quindi se augurare a Millelemmi il salto tra i “grandi”, o se rimanere felice nel suo sottobosco più underground. Forse la seconda.
Anno: 2017
Etichetta: Fresh YO!
Tracklist:
1. Demetrio Intro
2. Spaziofunk
3. Apri La Porta
4. Todo Modo
5. Come Le Orche
6. Tavor
7. Baddest Funk (Stanzacquabiocosmoludofumolampimentaljudo)
8. Inventando
9. C.C.L.A.
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