La 32.ma edizione del festival Jazzdor a Strasburgo in Francia si è svolta dal 10 al 24 novembre con l’esibizione di numerosi gruppi, ben trentuno i concerti sparsi per tutta l’area cittadina, alcuni si sono tenuti oltre il confine costituito dal fiume Reno, a Offenburg in Germania. Impossibile seguirli tutti, anche se in questo periodo dell’anno, senza eventi importanti, c’è chi approfitta di qualche settimana di ferie per fare una scorpacciata di musica. Fra i musicisti anche Paolo Fresu, esibitosi insieme a Ralph Towner in duo ed in quartetto. Nessuna preferenza di genere, l’organizzatore Philippe Ochem ha dato spazio un pò a tutti. Al Centre Socio-Culturel du Fossé des Treize si è tenuta una serata dedicata al free che ha visto sullo stesso palco prima il duo di Mette Rasmussen al sax alto insieme al batterista americano Chris Corsano, seguita dal trio The Thing costitutito da Mats Gustafsson ai sax tenore e soprano, Ingebrigt Håker Flaten al contrabbasso ed al basso elettrico e Paal Nilssen-Love alla batteria. In sala il tutto esaurito, circa duecento gli spettatori che hanno gremito il piccolo teatro in tutti gli ordini di posti. Il duo Rasmussen/Corsano ha eseguito una serie di brani in cui la sassofonista norvegese ha mostrato la sua notevole sensibilità per questo genere di musica, cambiando atmosfere, da quelle più roventi ad altre ricche di momenti lirici. Il batterista americano è ricco di fantasia nelle sue esibizioni di ritmi complessi nel dialogo insieme al sassofono. La loro musica in duo è autosufficiente, ricca di comunicazione e idee. Subito dopo il trio The Thing ha dato vita ad un set estremamente fisico, con gli strumenti spinti sempre al massimo. Gustafsson si è esibito per lo più al sax tenore mostrando una foga dirompente, alla Peter Brötzmann, con cui spesso ha suonato insieme. La ritmica dopo tanti anni insieme ha ormai un’empatia totale, riversando anch’essa sul pubblico un’energia che è stata ben accolta con calorosi applausi. Durante il concerto Gustaffsson è passato anche al sax soprano, suonato con personalità, e Ingebrigt Håker Flaten al basso elettrico. Ottimo concerto e positiva risposta del pubblico. A Offenburg in Germania, alla Reithalle, si è esibito il nuovo trio del pianista tedesco Joachim Kühn insieme al contrabbassista canadese, ma residente in Francia, Chris Jennings ed al connazionale Eric Schaefer alla batteria. Il progetto Deutsch-Französische Jazztage è uno dei festival più longevi, è dal 2003 che ininterrottamente dura questa collaborazione che ha permesso al pubblico di conoscere sia progetti di musicisti francesi e tedeschi che star del jazz internazionale come Joe Lovano, Tomasz Stanko o Ravi Coltrane. Joachim Kühn ha trovato in questo nuovo trio una seconda giovinezza, ha suonato con slancio ed energia, come conosciamo da sempre, presentando il suo nuovo disco per la ACT. Si sono susseguiti brani dei Doors e suoi più qualche standard. Il pomeriggio, si è cominciato alla 17, è stato ripreso da una TV francese e dovrebbe essere presto visibile anche su youtube. Dopo il suo set è apparso il nuovo quartetto del batterista francese Daniel Humair con Marc Ducret alla chitarra elettrica, Bruno Chevillon al contrabbasso e Fabrice Martinez alla tromba. Anche qui musica ricca di energia, caratterizzata dall’inquieta chitarra di Ducret, che di continuo ha cambiato fra il plettro e l’intera mano per estrarre suoni inconsueti, sempre propositivo nei confronti del trombettista, ovviamente anche lui “elettrizzato” da tanta energia messa in moto dalla ritmica. Per un brano, One More Free, si è aggiunto Joachim Kühn, per celebrare, come dice il titolo, la musica free. Il pubblico numeroso ha gradito, chiamando i musicisti per un bis.
nov 28
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