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apr 08

Key-Lectric – Blanking Generator

Blanking Generator

I Key-Lectric sono di Pesaro-Fano-Rimini o giù di lì. Manu (ex Container47, Versailles), Angie (ex Container47), e Renzo (batterista dei Late guest at the party) hanno dato vita al progetto un paio di anni fa. Esiste un demo autoprodotto di 4 pezzi. Quel demo e qualche esperienza live condivisa ci ha fatto innamorare di loro, e tornare voglia di produrre qualcosa. Il risultato è qui. L’esplorazione del suono delle chitarre si basa tra gli altri trucchi di Manu, sul collegamento a cascata di ben due distorsioni fuzz. Provare per credere.” Con questo comunicato di 6 righe la Stuprobrucio records (che purtroppo per loro non è l’ultima gang di rumeni assassini e violentatori che terrorizzano i palinsesti mediatici italiani, altrimenti avrebbero molto più successo e fama, rifletteteci un po’ su….) ci annuncia l’uscita di Blanking Generator, strabiliante disco di esordio dei Key-Lectric. Con la collaborazione di Marco Bianchi, voce, chitarra e synth negli ottimi Drink To Me, che ha coprodotto e mixato il disco, finalmente arriva alle nostre orecchie qualcosa che vale la pena di ascoltare. Qualcosa che già al primo ascolto sembra possederti dall’interno, attrarti verso quel lato oscuro che c’è in tutti noi e che spunta fuori fin dalla traccia d’esordio:  Synchronized Night con un incedere marziale ed inarrestabile ci cade addosso con una frana di distorsioni sparate. Manu Magnini sincronizza alla perfezione i colpi violenti che da destra e sinistra ci colpiscono a suon di noise rock fino a farci cadere al tappetto al primo round. Qualcosa che si avvicina pericolosamente alle pericolose invenzioni dei Liars. Angie Angelucci (basso) e Renzo Mazzotta (batteria) preparano invece il tappetto groovy su cui parte Grey Grey Grey, che intreccia basso e batteria su percorsi no wave di degna tradizione newyorkese: se provenissero da Manhattan invece che dalle Marche, scommetto che sarebbero già in rotazione continua sulle radio più importanti del settore. L’ossessiva Fucking Rainin’ si lancia ancora una volta le scorribande sonore, fino alle impennate di Manu che scivola con le sue gomme liscie lungo le avenue notturne della Grande Mela inseguito dai piedipiatti sotto una pioggia battente, riuscendo a seminare le sirene della polizia. La successiva Angle Of Reflection invece inizia a gettare due ombre inquietanti sul disco, quelle di Martin Rev ed Alan Vega, esplicitamente omaggiati con una “no time…suicide”, e tra i pochi riferimenti a cui siamo riusciti ad appigliarci dallo space del gruppo. Veramente notevole è The Jesus Sound, su cui si scatena una tempesta  magnetica da Guerra dei Mondi, con riffoni simili a raggi laser che balenano su un mondo in macerie ridotto al buio eterno, dove il suono di Gesù tuona per eliminare la nostra inutile esistenza nei secoli a venire. La coda della traccia con “i’ve got the feeling now” e la sessione ritmica finale è qualcosa di assolutamente imperdibile.Elektrolitik Cardioid riprende lì dove Grey Grey Gray aveva terminato, con una fuga precipitosa verso i rifugi post atomici nei quali risuona ben presto l’allarme per l’attacco finale: “what is wrong?” ci si chiede verso la fine della traccia, e ci sarebbe da rispondere assolutamente nulla, in un disco veramente fenomenale, che colpisce sempre più duro con l’incedere delle tracce, In Infrared Spettroscopy i rimandi ai Suicide si fanno più forti, e le tracce vocali di Alan Vega in Frankie Teardrop sembrano essere ripercorse come orme durante un inseguimento. E per finire, dopo il caffè ecco l’ammazzacaffè: Catastrophic, devastante traccia finale che conclude alla grande un disco d’esordio davvero fenomenale.
Se c’è un appunto da fare ai Key-Lectric è quello di non aver fatto prima a pubblicare questo fantastico esordio. Ma tutto ciò che Blanking Generator contiene vale a farceli perdonare, e ringraziarli per ciò che hanno fatto: è veramente difficile trovare un disco del genere nel panorama musicale italiano, e per questo gliene saremo infinitamente grati. Per il resto, ci aspettiamo di vederli presto dal vivo: se vogliono dimostrare di essere un grande gruppo, devono superare la prova maestra. Non dubito che ci riusciranno. Spero il prima possibile davanti “aux mieux yeaux”.

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