Il tastierista Bennett Paster è un musicista eclettico che ha suonato in tanti contesti, sia da leader che da accompagnatore (con Robben Ford, Kurt Elling, Keb’ Mo, Billy Hart, ecc.), un artista globale che dá sempre il suo meglio quando è sulla scena. Su questa nuova incisione da leader si dedica al jazz, esplorando i diversi ritmi con cui il genere si è confrontato, dal funk alla fusion e oltre, senza dimenticare i ritmi latini. Ad accompagnarlo una band di professionisti anche loro spesso in giro con i grandi i nomi del jazz internazionale, Jeff Hanley al contrabbasso ed al basso elettrico e Tony Mason alla batteria, Kenny Brooks al sax tenore,
Al Street alla chitarra elettrica, Samuel Torres alle percussioni ed alla congas e Todd Isler alle percussioni, tutti coinvolti a seconda della situazione da un brano all’altro così che il disco mostra una bella varietà di situazioni, a seconda della formazione scelta per il momento. Alcuni brani sono proprio coinvolenti, ad esempio (Givin’ the People) What We Want in cui sono presenti il chitarrista ed il sassofonista, ma anche Belgrade Booty Call, in cui è al pianoforte accompagnato dalla sola ritmica e dalle percussioni. Su Gratitude, in trio al pianoforte, sa gestire ottimamente le dinamiche di questo tipo di formazione. Non poteva mancare il blues con Gritty Greens, con cui fa battere il piede all’ascoltatore seguito da un malinconico walzer The Murfreesboro Waltz. Lo scatenato Buxom Biali in cui Paster è alle tastiere elettriche chiude il disco, un numero che potrebbe stare benissimo in scaletta nelle esibizioni delle star del R’n'B.
Genere: jazz
Label: Autoprodotto
Year 2019
Tracklist
01. Blues for Youse
02. (Givin’ the People) What We Want
03. Indian Summer
04. Belgrade Booty Call
05. Gratitude
06. Gritty Greens
07. The Murfreesboro Waltz
08. A Beastly Beauty
09. Salamander
10. Buxom Biali
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