Dopo l’incisione in trio dal vivo alla WKCR Radio presso la Columbia University di New York nel 2017, il pianista di origine canadese David Haney ha deciso di ritornare un anno dopo negli stessi studi oltre che con il fido Daniel Carter al sax tenore e soprano ed alla tromba, protagonista della prima seduta di registrazione, con Adam Lane al contrabbasso e Reggie Sylvester alla batteria per un altro concerto live, pubblicato qui. In tre brani, nelle Construction dalla nove alla undici, si aggiunge Julian Priester al trombone. Questa volta sono circa settanta minuti di musica improvvisata, dall’aspetto etereo, fin dalla Construction Number 6, permeata di uno swing sottile, grazie ai piatti del batterista, che con fare elegante dà il giusto impulso alla musica. La Construction Number 7 si apre con il possente contrabbasso di Adam Lane, poi seguito dal gruppo che sembra eseguire qualcosa di composto ed arrangiato a tavolino, invece si tratta di una improvvisazione in cui i musicisti si ritrovano a seguire un’idea spuntata sul posto. Su Construction Number 9 appare Julian Prister che apre da solo il brano, lentamente sbocciano delle idee su cui il quartetto, senza Carter, si trova ad interagire. All’interno della Construction Number 11 viene eseguita una composizione di Herbie Hancock, 12 Bars, sul brano finale riappare Carter alla tromba con sordina ed il gruppo trova ancora il ritmo giusto nonostante l’apparente mancanza di coordinazione cui supplisce solitamente lo spartito sul leggio. È un disco che funziona, ricco di bei momenti che mostrano come i jazzisti di vaglia fanno musica in qualunque occasione, basta che siano ispirati.
Genere: avanguardia
Label: Slam Productions
Year: 2019
Tracklist
01. Construction Number 6
02. Construction Number 7
03. Construction Number 8
04. Construction Number 9
05. Construction Number 10
06. Construction Number 11
06. Construction Number 12
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