E’la seconda volta che i Misty Morning cascano dalle volte stellate dell’universo doom e precipitano al Sinister Noise di Roma, e la serata del 4 dicembre 2008, conferma i progressi fatti da Luca Moretti (chitarra), Francesco De Dominicis (batteria) e Massimo Venditozzi (Basso).Reduci da una continua serie di live che li sta vedendo impegnati nel centro della nostra penisola, da Grosseto a Latina, passando per Perugia, il suono con cui squarciano la “mattina nebbiosa”è fatto di tuoni roboanti tratti del loro primo e finora unico Ep, dal titolo Martian Pope. Considerando che la nascita del trio avvenne più o meno nello stesso periodo in cui Joseph Ratzinger è asceso al soglio pontificio ogni riferimento a cose o persone incluse nel titolo credo che sia puramente e volutamente casuale.Ma mentre Benedetto XVI afferma di ispirarsi al suo illustre predecessore, i solidi riferimenti dei Misty Morning sembrano essere i più monolitici gruppi stoner che si siano visti su questo pianeta. I Misty si definiscono infatti una Astral Stoner Doom’n’Roll Rock Band e se avete voglia di sapere cosa significhi, non chiedetelo al sottoscritto, ma direttamente a loro: vi risponderanno che nei loro pezzi si possono rinvenire tracce di Kyuss, Nebula e Melvins, oltre ad una pericolosa inclinazione verso il Southern Rock ravvisabile in Doom Saloon, in cui i riff di Luca spingono gli spettatori sull’orlo di crateri marziani abitati da strane creature aliene: tra queste una con la faccia di fungo che ci introduce alla lunga Wicked Dream, dove l’influenza dei Melvins si fa più evidente, con i ritmi dilatati all’inverosimile e la batteria a dettare tempi pachidermici in cui risalta la voce grassa e sepolcrale di Luca.No Mood invece ripercorre i sentieri cari ai Black Sabbath, ripercorsi in compagnia di H.P.Lovecraft, stando a quanto annuncia il gruppo introducendo il pezzo: il basso di Massimo imperversa sempre di più sugli assoli futuristici Luca, ed i colpi inferti alla batteria da parte di “Frankie insulina” sembrano più possenti della volta precedente che li vedemmo da queste parti.Riesco a fare i complimenti al gruppo poco prima che la seconda formazione in scena stasera si presenti sul palco: i 2 Novembre. Provenienti da Genova, sponda rossoblu (almeno parlando con Emanuele…) si definiscono un power trio anomalo. E non solo perché cantano in italiano, ma anche per la scelta stilistica di coniugare l’alternative allo stoner. Il mese scorso ha appena visto la pubblicazione di Bellorio, il primo album, per la Elevator Records, di cui notiamo con piacere la violenta INPS, forse il pezzo migliore di Davide (batteria), Valentina (basso) ed Emanuele (voce e chitarra): pezzo strumentale con un riff di chitarra che ricorda molto certe atmosfere grunge, come i Soundgarden, che il gruppo cita quali influenze principali. E chi abbia ascoltato Kim Thayl alla chitarra in Badmotorfinger sa a cosa mi riferisco.Mentre mi domando nostalgicamente che fine abbia fatto oggigiorno Thayl nel sempre più volubile mondo musicale odierno, salgono sul palco gli headliner della serata, vale a dire i Sesta Marconi: provenienti da Campobasso, ma trasferitisi a Roma da qualche anno hanno all’attivo un demo, Black Soul Star, ed un Ep, Ritual Kamasutra. Lo show di Sergio (voce), Stefano (chitarra), Giuseppe (batteria) e Nico (basso), ritorna alle atmosfere sabbathiane evocate dai Misty Morning ad inizio serata, ma con una maggiore propensione per il metal ed il doom in particolare. Il locale sembra più pieno ed affollato rispetto ad inizio serata, complice anche la ottima verve dei Sesta Marconi, mentre al piano di sopra continua ad imperversare un dj set a base di Detroit Cobras ed altre squisitezze varie.Anche con questa serata il Sinister Noise dimostra di essere divenuto quest’anno uno dei punti di riferimento principali sia per band giovani e vogliose di dimostrare il loro talento, come è avvenuto stasera ma non solo, sia per gli ascoltatori ed i semplici appassionati di musica, come dimostrano i nomi che sono passati da queste parti negli ultimi mesi: White Hills, Nebula ed Acid Mothers Temple, solo per fare qualche nome, dimostrano la validità del Sinister che si conferma come uno dei locali più interessanti di quest’anno a Roma
apr 08
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