Il batterista e percusssionista di Ivrea Massimo Barbiero ritorna dopo Mantis, Keres,
Sisifo, e Simone de Beauvoir in veste di solitario protagonista, alla marimba, vibrafono, glockenspiel, timpani e percussioni varie. È un’opera ispirata all’opera del poeta americano Walt Whitman, di cui si cita una poesia all’interno del booklet. Dopo il periodo del lockdown sono emerse delle idee per andare in studio, ad agosto, e sono nati, a differenza del disco in solo precedente, brani dall’andamento dilatato e che portano la musica al centro dell’esperienza, quasi un rito che celebra le emozioni ed i sentimenti del momento, al di là di quelle che sono le esigenze tecniche degli strumenti usati di volta in volta. È una musica quasi meditativa, sì, una meditazione sul suono e su ciò che questo riesce ad evocare negli ascoltatori. Vale la pena soffermarsi su quanto succede oltre il silenzio, quelle note sottratte al buio e che illuminano con luce soffusa e impalpabile lo studio di registrazione.
Genere: jazz
Label: Autoprodotto
Anno 2020
Tracklist
01. Sea of the brine of life
02. Il prato
03. La rupe
04. Schiuma d’onda
05. La nube
06. La pioggia
07. La chimera
08. Il fiore
09. La ferita
10. L’abbandono
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