Da una terra d’origine non particolarmente prolifica ed innovativa in ambito musicale qual è la Svizzera, l’esordio discografico dei fratelli Mudry ( Al “Vito” impegnato tra microfono e chitarra acustica e Sam “The Rev”, invece, alla chitarra elettrica ed alla voce) giunge, fulminante, come la tanto agognata prova di carattere e mestiere da parte di una terra che, troppo sporadicamente, è riuscita a dimostrare qualità che travalichino il proprio mercato interno e, soprattutto, che facciano dimenticare quel tanto odiato stereotipo fondato su yodel, alphorn e mucche viola (come dire che gli italiani son tutti pizza, spaghetti e mandolino … o anche mafia ?).
Cura degli arrangiamenti e melodie romantiche, quasi velate, sono la carta vincente, l’asso nella manica, di questo Under A Paper Moon : un concentrato cupo e toccante di puro indie – folk vagamente à la Proper – Sheppard dei primi acustici ed intensi Sophia.
Dieci brani d’una malinconia disarmante, intessuta di venature elettroniche mai forzate, mai fuori contesto né tanto meno sgraziate od ineleganti.
(Quasi) sorprende ancor di più, poi, veder assimilato ai loops ed ai riverberi (affidati ad un Gunt tuttofare) qualcosa di completamente anomalo e, perché no, delicatamente fuorviante come il glockenspiel ed il violoncello, sospesi leggeri in un’atmosfera di comoda intimità romantica, quasi a richiamare suoni ed ombre di una sofferente sfumatura introspettiva.
Da una Anti Love Song che sfuma per una The First Day I’m Not Drunk che prende il sopravvento, passando per l’orecchiabilissima Only Business e la dimessa Paper Moon, tuttavia, non è la commerciabilità intrinseca nella proposta formulata dalla band e non è nemmeno la pressoché assente variazione dei canoni stilistici finora delineati con cura ed arguzia da predecessori senz’altro illustri (Iron And Wine, Bright Eyes, Maggie Simpson, Plunkett) ad incantare e sorprendere, con ironica semplicità, l’orecchio spento e distaccato di un buon 80% di ascoltatori.
È la semplicità, l’autentica genuinità di un gruppo che, fin da oggi, può aspirare a ritagliarsi un bel pezzetto di terra nell’ormai dissacrato panorama indipendente.
Anno: 2008
Genere: Folk
Prodotto: Svizzera
Etichetta: Phenix Records
Voto: 7.5/10
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