Aldilà di pregiudizi e dibatti su contaminazioni varie, il ritorno di Dente (Giuseppe Peveri) è il disco della consacrazione. Ancora una volta coadiuvato dai fidati ex compari nei La Spina, Gianluca Gambini alla batteria, Andrea Capelli alle tastiere con l’aggiunta dell’ubiquo Enrico Gabrielli al sassofono, flauto oltre che arrangiatore della partiture d’archi, Giuseppe imbastisce un altro arazzo di cantautorato venato di appigli pop, noncurante di definirsi davvero del tutto, pur essendo fortemente caratterizzato da un approccio ironico e surreale alla vita e ai suoi loop, tra schegge di poesia vissuta e calembour di straziante coscienza delle amarezze che ci gravitano attorno. Il tutto a base di voce, chitarra e – anche se già a partire da L’Amore Non E’ Bello – arrangiamenti ricchi di pimpanti soluzioni pianistiche ed eleganti strati d’archi e fiati a dipingere paesaggi e passaggi di disarmante realtà, come un pugno in faccia scagliato con gentile eleganza. Considerare Dente un outsider è quindi ormai insensato: la consistenza del suo scrivere è solida e le idee, di stile o di forma che siano, trovano riscontro in una compiutezza che va di pari passo con una cifra stilistica di rilevo. Magari il disco precedente vince ai punti in quanto ad intuizioni melodiche e forza emotiva (in questo caso la parte del leone tocca al singolo Saldati e alla splendida Settimana Enigmatica) mentre in questo caso ci si trova di fronte ad un disco che definisce le posizioni conquistate e penetra nell’anima in maniera meno immediata, ma ugualmente amabile. E’ inevitabile il “classico” paragone con Battisti, le cui intuizioni sonore aleggiano ancora anche qui (il finale di Casa Tua, Io Sì o le divagazioni Anima Latina di Rette Parallele) non più sottoforma di imitazione tra il serio e lo scherzoso, ma diluite in un flusso piuttosto vario. Basti pensare alla volata disco di Giudizio Universatile, o alle orchestrazioni d’archi e fiati (rigogliosi in Pensiero Associativo) che rimandano a certo Van Morrison (Da Varese A Quel Paese) anche se non mancano le incursioni solo chitarra e voce (o quasi) come nell’apripista Due Volte Niente e Puntino Sulle I, dense di adorabile spleen, più vicine alle esperienze iniziali. Vitale e gustoso.
Label: Ghost Records/Audioglobe
Anno: 2011
Tracklist
01.Due Volte Niente
02.Piccolo Destino Ridicolo
03.Saldati
04.Casa Tua
05.Cuore Di Pietra
06.Giudizio Universatile
07.Da Varese A Quel Paese
08.Io Sì
09.Puntino Sulla I
10.La Settimana Enigmatica
11.Pensiero Associativo
12.Rette Parallele
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