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dic 15

Sun Araw – Ancient Romans

Con un cognome come Stallones, Cameron/Sun Araw non poteva che finire a narrare le gesta del mondo romano imperiale, focalizzando l’attenzione sul valore architettonico di quanto ci è rimasto, “musicando” edificazioni che hanno affrontato le intemperie del tempo e ci trasmettono, a sua detta, un forte senso di libertà. Anche se in realtà, aldilà delle sensazioni legate ad ogni pezzo e stoicamente riportate nel libretto, più che un’idea storica del mondo romano antico, viene trasmetta l’idea della celabrazione della loro cultura mediterranea, fotografata nel momento in cui i protagonisti erano in fase di svacco psichedelico, nella solennità dei momenti di aulico riposo all’ombra della Storia. Sì, si tratta ancora di psichedelia circolare sfatta, dalle tendenze dance e capace di stordire così come di esaltare, far perdere l’orientamento così come annoiare. Ancient Romans è davvero il passo successivo ad On Patrol, quasi come se il passaggio da Not Not Fun a Drag City dovesse essere celebrato con la focalizzazione del proprio mondo. Cosa di per sé ardua, dato che lo sfuocarsi dei pattern sonici è uno dei pilastri fondamentali di ciò che Cameron ama realizzare. Ancient Romans è un po’ come se si facesse appello a quanto di ripetitivo/ossessivo è alla base di tanta splendida musica black, se ne estrapolasse il lato rock, liquefacendolo in droni e danze elettroniche (Crown Shell) che se ne fregano di bussole o anche solo di ammicare accondiscendenti. Alla luce di ciò non stupiranno “l’ecumenica” Lucretius, screziata da bassi rantolanti e riverberi particellari che svolazzano per tutto il disco – tra Four Tet ed Aphex Twin e un feel da dancefloor tra colonne marmoree e schiavi adoranti – la lunatica ossessività di Crete o la magnifica danza rituale di Lute And Lyre. Certo, il solito rovescio della medaglia è l’eccesso di solipsismo compositivo e per amarlo davvero, Ancient Romans necessita di una voglia matta di sguazzare in una melma di suoni che possono anche condurre da nessuna parte. Ma la peculiarità di ciò che realizza Cameron, in fondo, è insita anche in questo. Lasciarsi andare del tutto o niente, insomma.

Label: Drag City/Self
Anno: 2011

Tracklist

01.Lucretius
02.Crown Shell
03.Crete
04.Lute And Lyre
05.At Delphi
06.Fit For Caesar
07.Trireme
08.Impluvium

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