Non è mai semplice scrivere di musica, un’ arte meravigliosa che scatena emozioni differenti in ognuno di noi. Spesso le parole e la voce danno le giuste direttive per comprendere meglio le intenzioni comunicative di un’ artista. Se però ti chiedono di parlare di un album totalmente strumentale iniziano i problemi! Gionata Mirai è un musicista che ha anni di esperienza alle spalle e ha fatto parte di importanti progetti come Il Teatro degli orrori e Super Elastic Bubble Plastic. Il suo album d’ esordio si intitola Allusioni dove l’unica protagonista e l’unico personaggio dell’opera è una chitarra acustica. Nessuna voce, parola, variegato strumento ad accompagnare Mirai e la sua dodici corde. L’opera è un unico brano che dura meno di trenta minuti diviso in cinque momenti. Gionata sfoggia tutta la sua preparazione nella tecnica fingerpicking ricca di arpeggi, velocità e dinamicità con il rischio, a volte, di farla apparire un po’ fine a se stessa. Difficile spiegare le sensazioni che si provano sentendo il disco. Hai l’impressione di star ascoltando qualcosa di classico, ma allo stesso tempo molto attuale come se davanti a te ci fosse un musicista blues con una sigaretta in bocca che gioca a fare il cantautore consumato. Allusioni, accenni…sì perché alla fine di tutto non viene detto nulla oppure troppo e tu non te ne sei nemmeno accorto. Non so se mi piace oppure no…sembra strano ma non l’ho capito! Comunque credo che questa sensazione di confusione non sia proprio così innaturale! E’ come se Mirai volesse ottenere proprio questo per risultare ancora più affascinante e misterioso. Infatti tra mille incertezze ora sto riascoltando il suo album.
Etichetta: La Tempesta
Anno: 2011
Tracklist:
- Allusioni #1
- Allusioni #2
- Allusioni #3
- Allusioni #4
- Allusioni #5
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