Nuovo anno, nuova vita e nuovi propositi. Per la prima uscita del 2012 scegliamo di abbandonarci a The Land di Mattia Coletti. Registrato ad ottobre 2011 e pubblicato proprio nel primo mese di quest’anno per la Bloody Sound Fucktory Records (con la collaborazione di Wallace Records e della nipponica Town Tone), il disco inizia a canzonarci subito con l’ineffabile Pitagora. E chi, se non il sottoscritto, nato e cresciuto nella città pitagorica per eccellenza, poteva sottrarsi al gioco di “tanto non mi prendi”? Reduce da una serie di esperienze importanti (tra le tante citiamo quelle con Damo Suzuki Network), ed alla sua quarta uscita solista, Coletti ci meraviglia con un sound impregnato di un arcade blues impressionante per intensità e libertà espressiva. Nessuna voce, nessun coro, solo le corde che vibrano in armonia totale con l’universo mondo e con tutto ciò che lo circonda. Lungi dall’essere un esercizio solipsistico monotono e scevro di contatti con il reale, The Land crea connessioni ed apre portali sconosciuti, ma solo per chi ha il semplice piacere di abbandonarvisi. Il gioco di specchi e di chitarre di WindGlass è la più chiara esemplificazione di quello di cui stiamo parlando: il connubio elettroacustico come prova ideale dell’esistenza di altri mondi, quasi a conferma della teoria dell’esistenza di universi paralleli di cui tanto si è discusso negli ultimi giorni in ambito scientifico. In questo vi è una certa affinità tra Coletti e Bemydelay: ma ove quest’ultima si affida ad un convincente esoterismo grazie ad un magistrale utilizzo della voce, Coletti si confida semplicemente con il suono, nostro unico Dio, che si manifesta a noi nelle sue molteplici forme. Otto tracce che vanno dalle dolci ondulazioni di Greta, in cui sembra di sentire un mare finalmente calmo dopo le tempeste invernali, alle sorprese infinite di Ghost West, dalle svolte improvvise ed ossessive di Tape and crackle agli impressionismi psichedelici appena accennati di A Time Full of Boxes, richiamati con semplici accenni di pennello su una tela cangiante e che riflette un cielo vivo, ma che a ben guardare è il cielo stesso. Avant-folk o ritual blues, cambia poco. Noi in questi casi concordiamo con Mattia Coletti: le parole non servono. Molto meglio ascoltare.
Label: Bloody Sound Fucktory Records/Wallace Records/Town Tone
Anno: 2012
Tracklist
1. Pitagora
2. The Land
3. Wind Glass
4. Greta
5. Ghost West
6. Red Eye
7. Tape and Crackle
8. A Time full of Boxes
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