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feb 05

Der Noir – A Dead Summer

Con il gelo che blocca mezza Italia, chi siamo noi per sottrarci alle imprevedibili variazioni climatiche tipiche del mondo contemporaneo? Non capita spesso che a Roma nevichi due volte in due anni, ma se le conseguenze dell’effetto serra sono queste dovremmo abituarci. E se l’anno scorso la neve mi ha letteralmente fregato, quest’anno mi sono premunito rivolgendole contro le sue stesse armi. Per cui l’ho sfidata girando per le strade del centro di Roma in compagnia dei Der Noir e del loro primo album, A Dead Summer. Loro stessi definiscono la loro musica “italian cold wave”, per cui forse non c’era momento migliore di questo per ascoltarli. E l’esordio mantiene le promesse. Private Ceremony capovolge la Ceremony dei New Order per far ripiombare l’ascoltatore nell’oscurità della wave anni ’80, accompagnandolo con una distorsione leggera ma efficace, che il suo sporco lavoro lo fa, eccome. La sintesi tra la voce di Manuele Frau, il basso e la chitarra elettrica di Manuel Mazzenga ed i path di drum machine e synth preparati da Luciano Lamanna (Lou Chano, Ministero dell’Inferno, Tekno Mobil Squad) funzionano bene, alternando momenti in stile Depeche (la scivolosa Done, che rischia di farmi fare capitomboli su via Barberini, e la lenta Obliovion), a più chiare esemplificazioni del significato dell’aggettivo italian: e ci riferiamo qui a Lontano dalle rive, in cui il cantato in lingua italica si trova sotto una pioggia dark fitta e densa come quella di questa pazza giornata, ed a Cosa vedo da cui si evidenziano testi febbrili e malsani come la copertina di Closer. Stranger’s Eye avvicina il trio alla perfezione, con gli strumenti che si muovono all’unisono in un movimento vertiginoso e ritmato: merito anche del gusto retrò apportato dall’utilizzo di strumentazioni vintage (sono menzionati Polysix, Pro One, Moog Voyager, Juno 6 e Roland 909 per le batterie elettroniche, più processori valvolari). Fantastico il risucchio finale. Il disco prosegue tra collaborazioni importanti, con il singolo Another Day che accoppia le tastiere di Alessandro Adriani (Newclear Waves) ad i cori di Valentina Mushy, cercando di evocare spiriti ormai dimenticati tra le onde del tempo, mentre Marco Benevento (The Foreshadowing) aggiunge le sue corde vocali alla già citata Done. Veramente notevole il basso liquido della strumentale Dead Summer, che si ghiaccia subito alla prima bufera di neve, paralizzando l’ascoltatore. Chiude la perturbazione Cloud of 86, e forse, tra le nubi di questa gelida giornata, un piccolo raggio di sole trova spazio per illuminare i numerosi nostalgici di un’epoca che non c’è più.

Label: RBL Music Italia
Anno: 2011

Tracklist:
1.Private Ceremony
2. Done
3. Lontano Dalle Rive
4. Stranger’s Eye
5. Oblivion
6. Another Day
7. Cosa Vedo
8. Dead Summer
9. Clouds Of ’86

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  1. MusicZoom: Der Noir – “A Dead Summer” | RBL Music Italia

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