Rende, è la sera del 3 febbraio, le temperature, a scapito dell’ondata di gelo che sta investendo l’Italia, si sono mantenute su un livello accettabile. Solo degli sprazzi di pioggia battente potrebbero far desistere la gente della notte dal godere dei loro “buoni” propositi per la serata. Per quel che mi riguarda il problema non si pone proprio allorquando vengo a conoscenza del fatto che stasera The Niro si esibisce al B-Side nell’ambito della rassegna musicale cittadina Always Never Again, per il suo Post Atomic Tour. Un gradito ritorno quello del romanaccio che suonò, in tempi non sospetti, qualche anno addietro, se non ricordo male, proprio al B-Side nell’ambito della rassegna PartyZan. Siamo ben oltre la mezzanotte, la sala concerti è abbastanza gremita e gli organizzatori si convincono che è giunto il momento che The Niro, nome d’arte di Davide Combusti, travolga i fan e non solo con il suo repertorio di ballate esistenziali. Il suo stile è davvero radicale, oltremodo minimale. The Niro canta senza altro accompagnamento che la chitarra, il tessuto armonico è disossato, magro, scarno. Il canto è un sussurro sottomesso che a tratti si evolve in virtuosi acuti, l’essenzialità dei pezzi ha dell’eccessivo. Le prime file del pubblico paiono stregate dalle sue favole magiche ed introverse, anche se spesso lo stesso polistrumentista ha dovuto riprendere il pubblico più indisciplinato intento in frastornanti chiacchierate che mal si sposavano con i suoi brani. L’immagine più bella è stata quella di una ragazza che ad un angolo ai piedi del palchetto ha ascoltato la musica di The Niro ad occhi chiusi, quasi come se volesse assorbirne ogni singola nota o abbandonarsi ad un viaggio onirico. Qualcuno dal pubblico, in un momento di goliardia da bar nei confronti dell’artista, urla: Forza Lazio! The Niro senza alcun tentennamento controbatte rispondendo con un secco: Noooooooooo!!! C’è anche spazio per il momento cosiddetto “flanella” della serata, allorquando The Niro intona le note di un pezzo che proprio non ti aspetti di ascoltare in una serata come questa, con dedica esplicita a Fabio Nirta: Lady (Hear me Tonight) di Modjo, in una versione acustica niente male! Ѐ lo stesso Fabio Nirta che si presta a fare da leggio umano per il povero The Niro, il quale non ricorda il testo a memoria. Il live è volto al termine e il nostro fa un timido saluto e un cenno con la mano, ma le proteste veementi e le richieste di bis fanno desistere l’artista dall’abbandonare il palco, deliziandoci con un ultimo pezzo. La serata è poi proseguita con il party post concerto all’insegna di danze, devastazioni e promiscuità varie.
feb 06
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