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feb 07

Nolatzco – Assalto Alla Luna

Quanta robustezza, quanto ardore in questa prima fatica dei Nolatzco!
Quanto inquieto vivere!
Urlare al miracolo, specie in questi tempi frenetici e disattenti, in cui persino un Dark Side Of The Moon passerebbe sottotraccia come l’ultima fatica discografica della solita band pseudo hipster tutta Wayfarer e t – shirt citazioniste, non ha mai aiutato nessuno, anzi: spesso, proprio quest’atteggiamento di lirica devozione e forsennata esaltazione, ha  generato un risultato paradossalmente opposto, ovvero l’inconsapevole depistaggio dalla materia pregnante un determinato prodotto discografico all’adorazione iconografica dei musicisti chiamati a riprodurlo musicalmente.
Così, non deve sorprendere quanto si parli sempre meno di musica e sempre più di spettacolo, né deve meravigliare la facilità con cui si creano e distruggono nuovi “miti” della seconda arte contemporanea.
I Nolatzco, band vecchia scuola di sano rock sanguinolento senza compromessi né strizzatine d’occhio , capitanati da Giovanni Fanelli, bassista nei Rossofuoco di Monsieur Giorgio Canali, avrebbero tutte le carte in regola per comparire sulle copertine patinate dei più illustri e riprovevoli Rolling Stone, XL et similia: un hype non indifferente generato proprio dal curriculum del suo stesso fondatore, l’immagine votiva del buon cervello di Canali come custode artistico ed un attitudine in your face degna dei più agguerriti rocker d’oltreoceano.
Eppure, così non è (e questa è la prima sorpresa): che si fottano tutti!
Taglienti come il rasoio del vecchio Sweeney Todd (parlo del responsabile di 160 omicidi, non del barbiere dall’immagine pronto – consumo portata nei cinema da quel paraculo di Tim Burton), i Nolatzco disegnano dieci inquiete bordate di romanticismo viscerale, autentico, dannatamente VERO.
Dimenticate, come sicuramente avrete pensato voi malfidati, d’esser davanti ad una copia carbone in tono minore delle composizioni firmate dal cantautore di Predappio: le radici artistico – sonore dei Nolatzco vanno ricercate nell’esperienza quotidiana, nell’orrore della ripetizione, piuttosto che nella voglia di votarsi a chissà quale santo protettore.
Assalto alla luna è un album che sa di sconfitta, di arresa, di rabbia, frustrazione, morte: forte d’un songwriting autentico quanto passionale (“inghiottito dalla fica, masticato e rigettato”, da urlo), Assalto alla luna brilla nell’oscurità di questo terzo millennio per la volontà di riscattare il “marcio” abbandonato in un mare di gretta superficialità, per il desiderio di urlare la disperata fuga dall’apocalisse culturale, la smania di bestemmiare in faccia all’ipocrisia tutta domenicale del colletto bianco.
Non si tratta di un lavoro esente da errori, questo è certo, ma forse è meglio così: Assalto alla luna è sporco, putrido, sudicio.
Suonato con sicurezza, mestiere, amore.
Da ascoltare, insomma.

Tracklist:

01. BabyRivoluzione
02. Tutto svanisce
03. Educati al successo
04. Abusivisness
05. Assalto alla luna
06. Speed
07. Lullabymoon
08. Signorina Diesel
09. Un caos che ti assomiglia
10. La ballata dei cuori intermittenti

Anno: 2012
Genere: rock
Etichetta: Psicolabel

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