Si ascolta sempre volentieri un disco di uno dei maggiori rappresentanti del sax alto contemporaneo. Jim Snidero ormai è di fatto un musicista che rappresenta la storia odierna del jazz. Bastano poche note, il tono, la voce, la scelta delle note, il fraseggio, per capire la differenza con gli altri, bravi sì, ma con meno originalità in un linguaggio come quello dell´hard bop contemporaneo. Ed anche le sue composizioni hanno quel qualcosa di personale – in questo disco ha scritto tutto da solo – e di geniale, l´arrangiamento con quel paio di trovate che fa di un disco un grande disco. Prendiamo ad esempio Viper, in cui il chitarrista Paul Bollenback entra in un inaspettato assolo alla chitarra acustica – di solito è a quella elettrica – dopo l´intervento del leader. È uno dei tanti momenti, che potremmo portare ad esempio un brano dopo l´altro, per spiegare come in un disco di mainstream (che sembra senza sorprese, come apparentemente in After the Pain) ci sia quel qualcosa di speciale da affermare, la frase tangenziale a quello che fanno i colleghi sul genere, l´armonia un pò fuori dal comune o semplicemente la grande arte di sapere lavorare su un genere e di non tirarne fuori pedissequamente le stesse cose che fanno gli altri. Sempre un passo avanti come idee ed inventiva. In tale processo ci sono ancora oltre al leader ed al chitarrista Paul Gill al contrabbasso ed il nuovo batterista McClenty Hunter. Una ritmica swingante in modo ammiccante, capace di andare sopra le righe, di accennare a situazioni più moderne integrandole in un contesto che va per la strada maestra a modo proprio.
Label: Savant Records
Anno: 2011
Tracklist:
01. Interface
02. Silhouette
03. Fall Out
04. One by One
05. Aperitivo
06. Viper
07. After the Pain
08. Expectations
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