«

»

feb 20

Two Moons – Colors

Se la fantascienza ci ha da sempre abituato a più soli che riempiono il cielo di lontani pianeti all’apparenza disabitati, nondimeno la possibilità che due lune restino appese ad uno stesso corpo celeste è sicuramente maggiore. Per quanto concerne il nostro piccolo pianeta i Two Moons gravitano da circa due anni attorno a Bologna e dopo l’esordio del 2009 con l’EP The First Moon, debuttano con un full lenght dal titolo Colors e dalle sonorità dark-wave consone al vuoto cosmico. Per restare in tema, l’intro spaziale di Stars ci accoglie in una ambientazione eighties molto suggestiva, che ricorda molto Dave Gahan ed i suoi Depeche Mode. Qualche esitazione nell’intro sintetico di In the city ci porta su territori molto più elettronici, che consentono un viaggio ad una elevata velocità di crociera, mentre Labyrinth ci fa perdere all’interno di strutture chitarristiche vorticose di Vincenzo Brucculieri. La voce di Emilio Mucciga dà accenti trip hop al singolo omonimo Colors, ma sussistono pause e vuoti troppo frequenti, anche nella successiva Moon that watches me, impreziosita dalla parte vocale che assume Francesca Bono di Ofeliadorme. Molto più interessante la seconda parte del disco, dove il basso di Giuseppe Taibi e la batteria di Angelo Argento sembrano prendere il sopravvento: una suggestiva Automatic Smile che esce dalla bruma mattutina di cui è impregnata Atmosphere dei Joy Division, mentre i cenni industrial di Nothing fanno incontrare Blixa Bargeld con la wave di cui è impregnato il progetto delle due lune. Sicuramente la traccia più trascinante del disco, con tutti i pezzi che vanno piacevolmente ad incastrarsi al loro posto. Da ascoltare piacevolmente ad occhi chiusi, immaginando di fluttuare liberamente nel cosmo. La foga dei Two Moons prosegue nell’ottima ambientazione dark di The Well mentre a chiudere il disco la ambivalente The Run: una successione di suite che sembra girare attorno all’ambientazione post punk della prima parte, mentre l’elettronica spinge ferocemente nella seconda. Emblema di un disco pieno zeppo di riferimenti musicali, ma che, appunto per questo, finisce per convincere solo a metà.

Label: autoprodotto
Anno: 2012

Tracklist

1.    Stars
2.    In the city
3.    Labyrinth
4.    Colors
5.    Moon that watches me
6.    Automatic Smile
7.    Nothing
8.    The Well
9.    The Run

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>