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feb 21

Woods – Sun And Shade

Qualche anno fa, Jeremy Earl era osannato in ogni dove, in quanto la Woodsist è stata una delle etichette di riferimento per quello che si definiva shit-gaze, genere poi inserito nel mondo haunt-qualcosa e quindi comunque di stretta attualità indie. Aldilà della qualità scarsa di molte proposte partorite all’ombra del ex nuovo hype, il catalogo Woodsist è tra i pià validi: Ganglians, Real Estate, Kurt Vile, Moon Duo, Ducktails, Sun Araw, Crystal Stilts, Sic Alps, Pocahaunted, giusto per citare qualche nome, tutti con lavori importanti, aldilà delle cassette e dei 7”. E poi ci sono i Woods. Sarà perché il gruppo del “capo”, sarà perché dietro la classica coltre “gaze” si sono sempre nascoste (ma neanche più di tanto) canzoni indie-folk di buona fattura, ma “incriminate” perché troppo canoniche,il gruppo non ha mai raggiunto l’hype generato dal resto della truppa, di casa Woodsist o altro. Un peccato, perché le idee sono sempre state chiare e valide e Sun And Shade è il loro migliore disco, con la dimensione lo-fi che viene in gran parte meno. Si è scritto di mid-fi e forse non a torto, ma ciò che rimane impresso è come la coppia Earl/Taverniere, sia ormai rodata e meriterebbe più riscontro di tante altre sensation posticce. Out Of The Eye e Sol Y Sombra sono le due cavalcate psichedeliche da far invidia ai migliori Oneida, incastonate tra pop/indie/folk song dotate di scrittura da brividi. Pushing Onlys è partenza che mette bene in pochi secondi, da far invidia al Mondanile (nelle vesti di Real Estate) più ispirato, Any Other Day è una scheggia pop/seventies dal gusto floreale, Be All Be Easy è un ispirato folk chitarra, voce e cassa rimbombante che strizza il cuore. Non che una sorta di patina da svacco estivo e sogni di notti di mezzi anni ottanta (ma anche settanta, in effetti) sia sparita, solo che non è un paravento per nascondere carenze di ogni tipo, ma ingrediente in più che intriga e appassiona. Hand It Out riprende il discorso iniziale e conduce verso “derivati” di quanto proposto, senza che ciò risulti un difetto, grazie ad ispirazione e creatività sempre “accese” (buona anche Who Do I Think I Am, cover di un brano di Terence Boylan) con lo strepitoso filotto finale, a partire dal folk intimista di Wouldn’t Waste, ad aumentare il dispiacere per le poche attenzione che Sun And Shade ha attirato. Rimediate subito.

Label: Woodsist/Goodfellas
Anno: 2011

Tracklist

01.Pushing Onlys
02.Any Other Day
03.Be All Be Easy
04.Out Of The Eyes
05.Hand It Out
06.To Have In The Home
07.Sol Y Sombra
08.Wouldn’t Waste
09.Who Do I Think I Am
10.What Faces The Sheet
11.White Out
12.Say Goodbye

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