Gradito ritorno, quello dei Drakkar, storica metal band tricolore di stanza in quel di Milano, a distanza di ben dieci anni dalla loro precedente fatica discografica, quel Razorblade God che a molti aveva provocato improvvise turate di naso e, ad altri, violenti orgasmi di approvazione.
Chi non conosce i Drakkar è bene che, almeno un poco, provi vergogna, essendo questa una delle formazioni musicali, insieme ai magnifici Domine (bei tempi, quelli della Dragonheart Records), ad aver tentato, spesso con successo, di aprire il mercato discografico italiano di fine ventesimo secolo anche a sonorità decisamente più heavy ed epiche rispetto alla solita rotazione radiofonica nostrana tutta cantautorato e pop da ipermercato.
Dei veri e propri pionieri, non so se mi spiego.
Dopo dieci anni di silenzio, dicevamo, i Drakkar tornano a marciare sugli scaffali dei nostri cari negozi a suon di un power metal (nell’accezione più ampia del termine) di matrice old school, meno sgraziato e ruggente degli esordi ma più tecnico e ragionato.
Risultato raggiunto, quindi?
La risposta è tra il “si” ed il “no”.
Da un lato, infatti, questo When Lightning Strikes non può non convincere lo zoccolo duro degli headbangers italiani, grazie ad una sorprendente ariosità nella composizione dei brani, ad una sezione ritmica frenetica e grazie a dei ritornelli formidabili, accattivanti, epici, da urlare in coro alla prima occasione live (dopo l’ascolto di Armageddon Machine, ad esempio, mi è venuta voglia di salire a bordo di una barcaccia vichinga e partire alla conquista delle Orcadi).
La produzione stessa, inoltre, è ineccepibile.
Dall’altro lato, invece, i Drakkar ci presentano un prodotto di transizione, tecnicamente più maturo ed evoluto di qualsiasi loro altro lavoro, ma posto dinanzi alla consapevolezza del dover voltare pagina.
Continuare sulla scia di Under The Armor, difatti, avrebbe potuto cementare la carriera stessa della band attorno ad un monolitico masso di anacronismo e macchiettisimo; dal 2002 ad oggi, la scena metal è cambiata e questo i Drakkar sembrano averlo percepito, seppur con un briciolo di nostalgia.
Sono sicuro che al prossimo giro questa fantastica band saprà davvero cogliere nel pieno.
Tracklist
01. Hyperspace – The Arrival
02. Day Of The Gods
03. The Armageddon Machine
04. In The Belly Of The Beast
05. Revenge Is Done
06. When Lightning Strikes
07. Winter Soldiers
08. Salvation
09. At The Flaming Shores Of Heaven
10. We Ride
11. The Awakening
12. My Endless Flight
13. Aftermath – The Departure
Anno: 2012
Genere: power/epic metal
Etichetta: My Kingdom Music
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