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mag 02

Junior Boys @ Circolo degli artisti

Junior Boys

Dopo un lungo periodo di digiuno si ritorna nell’arena. L’inizio dell’anno non è stato eccezionale: dopo i botti di Capodanno non ci sono stati riverberi acustici degni di una certa menzione, a parte un fugace passaggio di Sua Eccellenza Alec Empire, mancato per un soffio, ed una seratina niente male al Sinister Noise, che ha coinvolto gli Acufeni, gruppo di origini crotonesi, insieme ai Gomorra Beach ed ai G.I.Joe (notevole la prova di questi ultimi). Per il resto normale amministrazione. Con la primavera si sperava in un aumento della attività tellurica attorno ai principali club della città: ebbene, le prime notizie si sono avute con L’Annuncio della discesa sul pianeta terra dei Chemical Brothers a giungo, con tappa principale Roma, dove non hanno mai suonato (a parte un dj-set da tutto esaurito l’anno scorso). Ci stiamo lavorando, ma la mia presenza è senz’altro assicurata, se non altro perché bisogna rispettare il detto:”Non c’è due senza tre!”. Altro fondamentale colpo sono stati i !!! che sbarcheranno a fine marzo, con sommo gaudio del sottoscritto. Infine sparsi per l’Italia gli LCD Soundsystem (Milano) ed i Bloc Party, che potrei raggiungere a Bologna in maggio, ma mi riservo il diritto di decidere. Insomma, una violenta perturbazione elettronica sta per investire l’Italia, allo scopo di svecchiare l’aspetto più retro dei classici gusti rock del pubblico italiano al grido di “Sono solo canzonette!”. L’inizio di questa perturbazione si è avuta sabato 3 con i Junior Boys: mentre sugli schermi Rai andava in onda la pantomima del festival dei compensi miliardari, che tutti voi già conoscete e di cui non oso pronunciare il nome, un piccolo gruppo canadese di tre persone accendeva gli amplificatori, i sintetizzatori e preparava il decollo.

Apertura della serata affidata a Corrado Nuccini, il chitarrista del gruppo Giardini di Mirò, che ha suonato qualche settimana prima sempre al Circolo. Quella volta provammo ad andare, ma la fiumana di gente davanti alla porta del locale ed il contemporaneo esaurimento dei biglietti in vendita ci costrinsero a ripiegare verso altri lidi. Si sa com’è il sabato sera: se circola una voce su un particolare appuntamento e non riesci ad arrivarci presto, sei spacciato. Ma stasera l’affluenza è ridotta. Arrivano sul palco Jeremy Greenspan e Matt Didemus: chitarra ed a volte basso per uno,synth per l’altro. Una strana atmosfera sembra espandersi per il locale: è un incalzare ritmato che non avevo mai provato in questo posto, solitamente testimone di schitarrate furiose e rumore selvaggio. Forse è la prima volta che vedo un gruppo indie pop elettronico. Stasera i suoni piovono con dolcezza e classe, ed inoltre ci pensa la batteria ad arredare il corridoio sonoro con un andare danzereccio. Intendiamoci: non è che tutti si mettono a ballare scatenati come in una qualsiasi disco. Ma basta girarsi ad osservare i movimenti della testa degli spettatori presenti per rendersi conto dell’orecchiabilità delle canzoni e dello spirito di cui si anima questa serata. Prendiamo Bellona per esempio: il pezzo si snoda per cinque minuti con un andare funky, accompagnata dalla voce soave e delicata di Jeremy. A proposito, è lui il fondatore del gruppo: i Junior Boys prendono vita dall’incontro tra questi e Johnny Dark, ma quest’ultimo ha mollato il progetto ed è stato sostituito da Matt Didemus la cui professione è: ingegnere sonoro! Nel frattempo l’afflusso di gente sotto il palco aumenta: l’incedere elettronico della serata riceve sempre più conferme dall’episodio di Under The Sun: un incipit marziale, che gli effetti stranianti del synth tendono a rendere fittamente nebbiosa. Si iniziano a notare le prime braccia alzate che seguono la musica ballando visbilmente sotto ritmo. In The Morning inizia a rompere il ghiaccio: è divertente, certe volte sembra di essere in un campo di calcio dove le squadre nei primi cinque minuti studiano il comportamento dell’avversario per poi passare all’attacco.

All’improvviso il fantasma di Martin Gore si staglia dietro il palco. I Depeche Mode rivivono negli episodi più oscuri e lenti di questa serata, come principale punto di riferimento del gruppo. Jeremy prende coraggio e stampa in faccia a tutti una mastodontica Double Shadow: inizia a dimenarsi sul palco e coinvolge il pubblico nel ballare. In questi episodi più ritmati si avvicinano considerevolmente ai Royksopp. Anche Like A Child dà questa impressione. Segue Birthday, ottimo pezzo di valore, sostenuto dai suoni sintetici distribuiti con maestria da Matt. Fra mi dice che sono prevedibili: ha ragione, ma aggiungerei che è normale essere prevedibili in questo genere di musica, dopo che i Depeche hanno conquistato ed occupato tutto questo territorio sonoro; ed inoltre non è che abbiano lasciato molti spazi incontaminati, considerati più vent’anni di attività di Gore e soci e la loro importanza vitale nel decennio (o genere?) eightiees. Ma l’originalità di alcuni pezzi come l’incredibile FM, sicuramente l’episodio migliore della serata, uno spazio nel quale si inizia a fluttuare come in un sogno sussurrato, e la giovanile vita del gruppo, sembrano carte vincenti da giocarsi nel panorama contemporaneo di questo inizio millennio: con soli due album, Last Exit il primo del 2004, e So This Is Goodbye del 2006 il secondo, entrambi per la Domino Records i Junior Boys hanno conquistato la critica, sempre più attenta ad analizzare le tendenze degli anni’80 che si manifestano negli ultimi anni.
E pensare che c’era gente che diceva che gli anni’80 sono stati il decennio buio della musica. Invece io li ho sempre considerati un importante crocevia tra le varie culture musicali, il decennio delle sperimentazioni, che sono negli ultimi anni viene riconsiderato sotto una nuova luce, sicuramente molto più attenta ed analitica della precedente. Come in ogni cosa, anche nella musica bisogna lasciare un po’ di tempo alla gente per assimilarne gli aspetti: è la riscoperta degli anni’80 ne è l’esempio immediato. Fine della serata, un’altra birra ed andiamo via. Ma il fantasma di Martin Gore continua girovagare sul palco…

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  1. Junior Boys a Ypsigrock » musicZoom

    [...] solo per citare alcune delle band che suoneranno a Castelbuono dal 4 al 7 agosto si aggiungono i Junior Boys. Lo spumeggiante duo indie electronic, formato nel 1999 da Jeremy Greenspan e Johnny Dark, è [...]

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