E adesso Lisa conta più di Damien. Affacciatasi al “grande pubblico” come presenza costante e contraltare lirico di Rice, con Passenger la Hannigan raffina l’arte della composizione trovando una sua via, più che nell’esordio ancora troppo legato allo stile del fortunato collega. Non che non si tratti ancora di folk cameristico, principalmente acustico, pervaso di dolce e timida emotività, ma, sarà per la presenza di Joe Henry in fase di produzione o, più semplicemente, per conquistata maturità, ogni cosa è più al posto giusto di prima. Ora Lisa gioca nello stesso campionato di Laura Veris, Beth Orton o di Nina Nastasia, per quanto l’impressione è che l’assestamento definitivo debba ancora verificarsi, un po’ come accaduto per Joan As Police Woman con il disco dello scorso anno. Per ora, gli amanti del genere, si possono godere appieno un lavoro incentrato su tematiche abusate come quella del viaggio (la copertina non è un caso, è la mappa dei posti in cui il disco ha preso vita) per quanto Lisa stessa tenga a precisare come più che la solita metafora citata, reale ispiratore di ogni nota sia il passaggio emotivo, quelle dure conquiste che si affrontano ogni giorno con i rapporti interpersonali più disparati. Facile trarne qualcosa di smielato e banale, facile anche cavarsela con un disco onesto e nulla più. Passenger dribla tutte queste “fasi” e si assesta in zona Europa League, nel candore e nel calore di pezzi che non la renderanno protagonista delle classifiche dell’anno, ma si faranno amare e ascoltare più di quanto sia lecito pensare di primo acchito. Artiginato di classe.
Label: PIAS/Self
Anno: 2012
Tracklist
01.Home
02.A Sail
03.Knots
04.What’ll I Do
05.O Sleep
06.Paper House
07.Little Bird
08.Passenger
09.Safe Travels (Don’t Die)
10.Nowhere to Go
11.Flowers
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