«

»

mar 14

Gianfranco De Franco – Cu A Capu Vasciata

Credo che il dovere di una buona webzine che intenda occuparsi di musica sia essenzialmente quello di dar spazio a quegli artisti, quelle realtà o quelle band che, su quella carta patinata tanto “fashion” facilmente acquistabile in edicole e supermercati, raramente trovano il giusto spazio per emergere in questo mondo ostinato e perverso; un mondo che, nonostante le idilliache intenzioni sciorinate in saltuari festival d’autocommiserazione, si nutre essenzialmente di se stesso.
Allo stesso modo, credo che il dovere di una buona band sia quello di voler esprimere qualcosa, in sede compositiva, di voler trascinare l’ascoltatore nella propria intima dimensione personale (anche solo a fini d’intrattenimento) e di tentare, nel bene o nel male, di innovare lo spazio sonoro prediletto, aldilà di generi e definizioni.
In questi ultimi quindici anni, però, è accaduto che né la prima constatazione né la seconda abbiano trovato espressione concreta: da un lato, infatti, decine di fanzine pronte a sbrodolarsi ad ogni nuova uscita del BIG di turno (con buona pace della coscienza critica che dovrebbe animarci), dedite alla ricerca della presunta “rivelazione” del mese, del giorno, dell’ora o di quant’altro, con la stessa febbrile ossessione d’un cercatore d’oro del Kentucky, spesso ignorando quanto ogni “rivelazione” somigli – ahimè – alla precedente (con buona pace dell’innovazione … ma si sa, la “rivelazione” vende); dall’altro, per l’appunto, la comparsa sulla scena underground italiana di migliaia di band emergenti tutte uguali, tutte fotocopiate; tutte prive di creatività e fantasia e tutte capaci solo di oscurare le poche realtà meritevoli.
Comprare una chitarra non fa di voi Frank Zappa.
Comprare un sintetizzatore Korg a buon mercato non vi rende Trent Reznor.
Scaricare dal web software di audio editing non fa di voi Rick Rubin.
Aprire una pagina Myspace non vi rende i nuovi Afterhours, nonostante cerchiate in modo deplorevole di scimmiottare il buon Agnelli.
Perché questa lunga introduzione?
Semplice: prendete spunto dal pressoché “sconosciuto” Gianfranco de Franco, polistrumentista, musicologo e musicoterapeuta.
Quanti di voi ne avevano sentito parlare?
Quanti di voi conoscevano l’operato di questo immenso artista?
Il suo Cu a capu vasciata, composto da musiche utilizzate nei pluripremiati spettacoli teatrali Dissonorata e La Borto, è un disco che trasuda coraggio e bellezza, capace di unire sperimentalismi elettronici con il calore avvolgente della world music.
Delicato, soffice, ma algido e violento, Cu a capu vasciata è un lavoro d’altri tempi, in cui la passionalità musicale mediterranea e le gelide atmosfere sintetiche procedono di pari passo in un’opera di scoperta culturale, di sensibilità e leggerezza, di vita ed amore.
Idealmente suddiviso in una trilogia romantica dedicata all’anima delle donne, al disagio sociale e alla disperante rassegnazione, Cu a capu vasciata si configura come uno dei lavori più importanti per la rinascita artistica italiana.
Alla faccia vostra, posers.

Tracklist

01. Pensiero Segnato
02. Le Zitellone Claudicanti
03. L’Attesa Spezzata
04. Pascalina e Vittoria
05. Na Matina
06. Il Si
07. Ricordi
08. Sogno Negato
09. Volo Infermo

Anno: 2012
Genere: Beyond
Etichetta: MK Records / On Mag Promotion

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>