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mag 02

Don Diegoh – Storie di tutti i giorni

Don Diegoh

Dalla Città Universitaria al Bar dei belli il passo è breve. Basta uscire su Via de Lollis, scartare qualche bancarella che vende braccialetti e collanine, salire verso su; poi alla prima a sinistra in un vicoletto che costeggia gli alloggi universitari e si giunge sulla Tiburtina. Il traffico inizia ad essere sostenuto mentre si va verso il parchetto; ecco il bar dove venivo a fare colazione quando ero piccolo ed i miei mi salivano su a Roma per curarmi l’asma. Mio zio abita proprio quassù, ci ospitava sempre in quelle inquiete giornate, dove tra un vaccino e l’altro avrei preso la mia decisione inconscia di venire in questa città dove Falcao, Conti e Giannini erano eroi incontrastati nelle discussioni della gente alle 8 di mattina, tra un cappuccino e un cornetto alla crema. Mi ricordo ancora quella classifica marronicina, con le lettere manovrabili che componevano le squadre di calcio tutte bianche, tranne due, che si alternavano rispettivamente in colori gialli e rossi oppure bianchi ed azzurri. Ed il gestore che lunedì mattina che la modificava a mano, levando un 5 e mettendo un 7, si perché la vittoria valeva ancora due punti, magari avvertito prima da un avventore qualsiasi che l’apostrofava con un “Aò…guarda che avemo superato er Milan. Semo un punto sopra. A devi cambià!”… Dopo un paio di traverse, sempre verso sinistra appaiono le serrande chiuse di Disfunzioni Musicali, la mia mensa musicale senza tesserino. Forse ha chiuso, forse no. Ci andavo a comprare i primi dischi, addirittura mi ricordo la prima volta: nel 1998 comprai il vinile del fenomenale Evil Empire, dei rivoluzionari (in tutti i sensi all’epoca…) Rage Against The Machine. Me lo chiese Pino, ma quando tornai a Crotone mi innamorai così tanto di quelle urla e del crossover che non glielo diedi più…
Ma non siamo qui per il crossover. Qui stiamo per addentrarci nel mondo dell’hip hop. Al Bar dei belli mi aspetta Diego Lechiara, aka Don Diego, giovane rapper che ha prodotto Storie di Tutti i Giorni, un Ep di 18 tracce. Una cosa fantastica per un giovane artista crotonese. Peccato che non ci capisca una mazza di rap ed hip hop, lo avevo già avvisato prima dell’intervista che con me doveva iniziare con l’ABC. Ho provato ad ascoltare qualche pezzo sul suo space, veramente molto interessante…Eccolo, lo saluto e mentre mi presento sbuca da su anche Dj Tycho che collabora con lui nel nuovo disco. Facciamo le presentazioni, prendo una birrozza per contrastare l’arsura e ci dirigiamo nel parco dove avrà luogo l’intervista: mi metto in mezzo ai due ed iniziamo a ricordare i bei tempi andati, quando San Lorenzo era un bel quartiere vitale, ma ora l’hanno ripulito che è una bellezza. E’ anche giusto che alle 6 di pomeriggio non ci sia più gente che spacci, vedi, ci stanno le mamme che girano con i passeggini. Ecco una di queste mamme che ci passa davanti e per confermare le nostre teorie ci sorride e ci fa: “Scusate, ma non è che avreste una cartina????”…Bene!!! Solo ora possiamo partire!!!

Closer: Allora Diego, io mio sono spulciato un po’ di informazioni…qui ho un primo disco che si chiama Con I Piedi per Terra? Che roba è?

Don Diego: Quello è il mio primo disco, una demo con 9 tracce prodotta nel 2001. All’epoca avevo 15 anni…Si, ho iniziato presto. Abbiamo creato una 70 di copie che si sono volatilizzate subito, tra Crotone e provincia.

Dj Tycho: E non solo. E’arrivata qualche copia anche a Catanzaro.

Diego: E’stata una fantastica esperienza. L’abbiamo registrata al Bluebox studio.

Closer: E dov’è?

Don Diego: Era a casa di un nostro amico caro, Bat-Fa. Abbiamo dipinto una stanza di blu e ci siamo chiusi a registrare per mesi. Eravamo io, lo stesso Bat-Fa per la fase tecnica, Piero Jeffers e Ciccio Tarma. Le basi sono state prodotte da Zope. Ci siamo divertiti da matti.

Nel frattempo la ragazza di Dj Tycho fa il giro del parco senza vederci…

Closer: E poi siamo passati a “Fai Piano”…

Don Diego: Era il 2003. Non era un bel periodo della mia vita. Ed io non sono il tipo di persona che si piange addosso. Non mi piace parlare della mia vita personale e familiare, di quello che sento più riservato. Non sono Mondo Marcio insomma…Devo ringraziare una persona in particolare. Herpes, che saluto. E’stato lui a tirarmi fuori da quella situazione, grazie alla musica. Ci siamo riuniti con lui abbiamo creato quest’altra demo di 18 pezzi. Ma a questo giro a casa sua. Abbiamo prodotto 250 copie a nome “Desaparecidos”. Un prodotto dalle tematiche particolari, uscito ahimè in un momento di black out dell’hip hop italiano….

Closer: Nel nuovo disco Herpes non c’è…

Don Diego: No. In verità abbiamo registrato un pezzo questa estate. Non essendo soddisfatti del risultato non lo abbiamo inserito. Il disco vanta numerose partecipazioni di molti rapper e produttori e mi spiace non ci sia proprio lui. E’ un periodo in cui sta dedicando molto tempo ad altri importanti aspetti della vita. Il giorno in cui tornerà a fare rap a tempo pieno però, non c’è ne sarà per nessuno…Chiudiamo tutto e andiamo tutti a casa…Non prima di aver fatto Desaparecidos 2

Dj Tycho appoggia e fa cenno di sì…

Closer: Insomma da 15 a 18 anni a Crotone hai prodotto due demo…ed esperienze live?

Don Diego: Ve ne sono state tante. Ma ne voglio citare in particolare una: quella con i Freedom Fighters. E’un gruppo che stimo molto, gli ho aperto e chiuso i concerti nell’estate del 2004 e negli anni successivi. Sono legato a Rino e Alfredo da un rapporto sincero e pluriennale che mi ha fatto crescere.

Closer: Ecco dove ti ho visto…

Don Diego: Si, suonavamo spesso in Calabria. A Crotone abbiamo suonato in molti posti, in particolare sul lungomare. E’stata una esperienza fondamentale per me, avere contatti con strumenti ed esperienze dal vivo è stato incredibile…

Closer: Noto sempre più spesso questo connubio, questa unione incrociata tra reggae ed hip hop…Tu come me la spieghi?

Don Diego: Semplice. Devi partire dal presupposto che entrambe sono una vibrazione. Sia nel reggae  che nell’hip hop esiste questa componente primaria che fa si che vi sia una base comune. Entrambe inoltre sono musiche “parlate”, spesso con un messaggio da indirizzare al pubblico…

Closer: Naturalmente…poi? Come evolve il tuo percorso?

Don Diego: Dal 2004 al 2007 ho partecipato a diversi contest, ottenendo anche diversi riconoscimenti e premi importanti…E poi, fondamentalmente ho studiato. Mi sono laureato a Cosenza in Scienze della comunicazione con il massimo dei voti.

Closer: Complimenti.

Don Diego: Grazie. Adesso sono a Roma per la specialistica…

Closer: E per produrre dischi…

Don Diego: Si allora…

E proprio nel momento topico, arriva un personaggio che si ferma davanti a noi. Ci dice che è appena arrivato in città, non conosce nessuno e voleva fermarsi a parlare con noi. Il tutto con un simpatico accento napoletano. Purtroppo gli diciamo che siamo impegnati a fare un intervista. Ma lui insiste caparbiamente: “Che bello, posso assistere?”. No, ti prego, anche questo no. Lo allontaniamo con decisione e dopo che il tizio si è dileguato ed ha trovato qualcun altro a cui aggregarsi, ricominciamo…

Don Diego:…ecco, il disco. Storie di tutti i giorni è un cd con un tempo di gestazione breve. E’ stato scritto prodotto e registrato in tre mesi scarsi. Ho avuto la fortuna di lavorare con buoni produttori per cui dal punto di vista dei testi è stato doveroso non lasciare nulla al caso. Mi piace trattare argomentazioni che facciano riflettere e che siano il meno banali e volgari possibili….Stiamo promuovendo il disco suonando nei live con Dj Tycho e Piero Jeffers. Noi 3 formiamo i The Funkers. Fratelli nella vita e sul palco….Spesso siamo aiutati da Backo di Sdc Posse…La copertina del cd è di Fabio De Marco, un caro amico che colgo l’occasione di salutare. Si tratta insomma di 18 tracce per le mamme…

Closer:???

Don Diego: No, scrivi pure così: un cd per le mamme. Figurati che non dico nemmeno parolacce.Ciò perché voglio che il mio messaggio arrivi a tutti. Parla dei miei 5 anni precedenti, le tematiche sono differenti, variano dalla cultura alla gioventù. Si lo so, è sicuramente controcorrente rispetto all’idea che la gente si fa del rap o dell’hip hop…Guarda, io sono il tipo che prende ispirazione dalla vita quotidiana. Ho scavato nella quotidianità, nel modo in cui vivo la mia; ho scritto inoltre di come vedo le cose là fuori. Sono calvinista, nel senso di Italo Calvino.

Closer: Questa è bella…

Don Diego: Lo adoro…da Marcovaldo alla Trilogia. Nel disco comunque c’è di tutto a livello topico: dall’anoressia, alla tossicodipendenza alla rassegnazione di una città…Dal mio rapporto con gli amici, al mio rapporto con la vita. C’è una parte di me e dei miei pensieri degli ultimi anni, e c’è una parte dei luoghi in cui ho lasciato una parte di me (scusa il gioco di parole..eheh!!).

Closer: Mmmmm, non so perché ma mi viene in mente Crotone…quando ti potremmo vedere in azione nella città pitagorica?

Don Diego: A Crotone ci suonerò quando….mi chiameranno. Eravamo messi molto male per ciò che riguarda la musica live, ma penso che le cose stiano cambiando. Sto seguendo le nuove evoluzioni e già la nascita dell’ACR, nonostante non sia sufficiente a far cambiare totalmente le cose, mi sembra un’ottima iniziativa…Per quanto riguarda il nostro mondo c’è gente molto brava che merita come me di esibirsi a crotone, visti i risultati ottenuti nella penisola. Colgo l’occasione per salutare i breaker che s’incontrano spesso sulla Lega (Oramamino!!) e Deks, Kice e More, writer di rilevanza assoluta.

Closer: Il disco è prodotto dalla Audioplate Records. Mi dici qualcosa di questa etichetta?

Don Diego: E’un etichetta nata da poco con sede a Bologna. Ma la gente che la gestisce è di Catanzaro e si raccoglie intorno alla Sdc Posse. Hanno prodotto anche La Città che non dorme di  Alpha 9 e Mr. Sano…

Closer: Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo del rap?

Don Diego: De Andrè, De Gregori e Nietzsche!

Closer: Sorprendente. E nell’ambito internazionale? Eminem (dimostrando la sua non elevatissima conoscenza del mondo rap…)?

Don Diego: Uno su tutti è sicuramente Mos Def. Eminem? Era bravo, ma ora è diventato un prodotto assolutamente commerciale…

Closer: Insomma oggi lo puoi trovare al supermercato tra un pacco Cipster ed i Sofficini Findus. Ed in Italia? A parte la Triade Etrusca naturalmente…

Don Diego: Ehehehe…A parte la Triade Etrusca in Italia consiglio a tutti i non addetti ai lavori di dare un ascolto a tre fenomeni: Kaos di Milano, Kiave di Cosenza e Moddi, di Taranto, il re del freestyle.

Concludiamo qui. Dj Tycho deve andare via. Sono le 19 ma il sole è ancora alto. Una paio di cani schizzano sul parchetto, saltando più e più volte la lunga lapide ad altezza ginocchio che ricorda le vittime del bombardamento alleato del luglio 1943 che sventrò lo storico quartiere. Si rincorrono e rincorrono una pallina rossa, quando ad un certo punto il più grosso e nero azzanna il più piccolo. Panico tra i presenti e calci per dividerli. Cani che si azzannano…Io me lo immaginavo così il mondo hip hop, tra pistole che spuntavano per una parola fuori luogo e gente stecchita per terre nelle strade di Brooklyn, Los Angeles addirittura Londra ultimamente…Ma Don Diego, oltre a dimostrare molto di più dei suoi 22 anni, ha mostrato anche un’altra faccia dell’hip hop, quella più portata verso la sua vera dimensione, verso quella più importante, quella musicale. Lasciamo perdere le mode, i vestiti larghi, i cappellini al contrario, le faide tra gang od i catenoni luccicanti al collo che manco un Dominator Nx 650…è la musica quella che conta. Sono le parole che escono come un fiume in piena dalla sua bocca, che ci raccontano storie di tutti i giorni, quotidiane e per questo più semplici, che ci fanno immedesimare e dire “E’vero, questo l’avevo pensato anch’io”. Don Diego invece è qui per dirci: “Si, l’avrai pensato, ma non l’hai mai detto!” A questo ci pensa lui con le sue parole che seguono le nostre vite, anni luce lontane dai supereroi che collezionano il nostro immaginario post televisivo, parole che seguono un ritmo che non ha tempo. Anche perché c’è gente che pensa che tenere un tempo significhi avere un Casio…

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