Da un disco sottotitolato A Fanciful And Fairly Far-Out Musical Fable, dipanato su due cd della durata di circa un’ora e mezza, in cui i norvegesi collaborano con l’ottetto d’archi Trondheimsolistene, la Trondheim Jazz Orchestra, con Ola Kvenberg al violino, Kare Vesthreim a mellotron e gong, sotto la guida del tastierista dei Supersilent, ci si aspetta qualcosa di magniloquente, poderoso e potenzialmente palloso e pretenzioso. Invece, ne viene fuori una rock-opera che, nonostante si porti dietro tutti i pregi e i difetti insiti nel suo concetto stesso, è da considerare il miglior disco dei Motorpsycho da Little Lucid Moments. Li avevamo, infatti, lasciati a rimestare il fondo di una predisposizione psichedelica limacciosa ma fin troppo classica, dopata con impatto tra stoner e metal. In The Death Defying Unicorn tali momenti non mancano, alternati a cavalcate cameristiche e sezioni proto ambient. Ciò che colpisce però, è l’incredibile senso di unione delle parti, la capacità di riuscire a far convivere stacchi jazz ad assalti elettrici, valanghe d’archi e le melodie tipicamente Motorpsycho, senza che tutto suoni posticcio o completamente indigeribile. Momenti di stanca non mancano, considerare il disco “coraggioso” sarebbe troppo perché aderisce per bene ai canoni del genere, però si rischiava il naufragio triste e totale, mentre invece in porto ci si arriva e pure contenti, anche se appare evidente che gran parte del merito è di Staale Storloekken, maestro di navigazione e manipolazione di suoni di caratura infinita.
Label: Stickman/Self
Anno: 2012
Tracklist:
Cd 1
01. Out of the woods
02. The hollow lands
03. Through the veil
04. Doldrums
05. Into the gyre
06. Flotsam
Cd 2
01. Oh proteus – a prayer
02. Sculls in limbo
03. La lethe
04. Oh proteus – a lament
05. Sharks
06. Mutiny!
07. Into the mystic
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