È che all’inizio ti frega il suono, come con i Bloc Party. In quanto a produzione e mastering, non manca proprio nulla, così come pare non mancare nulla a Baby, considerando il terzetto di pezzi iniziali, per essere un esordio convincente. Certo, l’effetto nostalgia fa la sua parte, dato che si parte con atmosfere da alt. rock anni ’90 (l’anno del ritorno del “genere”? Il nuovo Nada Surf e reunion varie paiono indicare qualcosa in questo senso) e i cuori si scaldano. Poi, però, appaiono i fantasmi dei Blur di Leisure, degli Oasis imbolsiti e addirittura quella dei Queen più tronfi e nocivi. Il disco si sfilaccia, i Tribes paiono una versione alternativa dei The Killers, punta ad effetto “grana grossa” e diventa pacchiano nonostante spunti melodici positivi ogni tanto affiorino. Sul finire poi, sembra addirittura riprendere quota, ma ormai il danno è fatto. Eppure si ha la sensazione che basterebbe solo indagare meglio il processo che porta a costituirsi un’identità, per far quadrare davvero il cerchio.
Label: Island/Cooperative Music
Anno: 2012
Tracklist
01. Whenever
02. We Were Children
03. Corner Of An English Field
04. Halfway Home
05. Sappho
06. Himalaya
07. Nightdriving
08. When My Day Comes
09. Walking In The Street
10. Alone Or With Friends
11. Bad Apple
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