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apr 11

Orbital – Wonky

Questa è una recensione che ovviamente non può non iniziare con la frase standard “dopo ben otto anni il ritorno degli Orbital con Wonky”, l’album che sigla la reunion, e io manco sapevo si fossero sciolti nel 2004, lo scopro adesso andandomi ad informare su Wikipedia. Ma poco importano davvero queste bazzecole da esperti di date e vicissitudini, quello che veramente importa è che i due fratelli Hartnoll non invecchiano mai: con una media di 46 anni sulle spalle, dei quali più di metà di carriera, riescono a mantenere quel loro suono tipico ed unico che li contraddistingue e li innalza insieme a pochi altri al titolo di veri padri della musica elettronica. Le loro opere si incastrano perfettamente nella contemporaneità, risultando moderne con un occhio di riguardo ai suoni del passato (e io son ancora qua che ogni volta mi chiedo come facciano): è così che mi piace contestualizzare questo duo, che pare avere davvero nel DNA una propensione alla musica elettronica nella sua più connaturata essenza. La naturalezza con la quale compongono i brani, è figlia di macchinari poveri, non ci sono suoni complessi o innovativi nemmeno in questo loro ultimo lavoro: il tutto è un susseguirsi soave di evoluzioni elettroniche dai ritmi semplici ma estremamente impattanti, impreziositi da una sapienza ed un’esperienza che solo i fratelli Hartnoll sanno distribuire. Le uniche due oasi di modernità le troviamo negli esclusivi due featuring dell’album: il primo, quello di Zola Jesus in New France (che è stato anche il primo singolo estratto dall’album, purtroppo corredato a mio avviso da un video veramente al di sotto delle aspettative) e nella title-track Wonky dove la voce di Lady Leshurr si appoggia ad una ritmica decisa dal piglio che stringe l’occhio alle ultime produzioni pop inglesi più innovative e danzerecce (mi rimanda un po’ a qualcosa dell’ultimo album dei Groove Armada). La poesia rimane intatta in brani come Never, si mescola con la potenza sonora in Distractions; mantengono invece una struttura più movimentata e rave-oriented brani come Stringy Acid, Beelzedub e il conclusivo Where Is It Going? quasi a suggellare un epilogo dal sapore interrogativo, ma che ha al suo interno (musicalmente parlando) tutte le risposte che stiamo cercando. È un album che traspira piacevolezza, e che mi porta a pensare al fatto che due fratelli di media età riescano a mangiare abbondanti piatti di riso in testa a giovani pseudotalentuosi pompati dall’industria discografica solo come fenomeno di consumo; quando si dice che l’esperienza conta, bè Wonky ne è il manifesto; guai a chi dice che con il passare del tempo, gli artisti non hanno più nulla da dire o da dare. In attesa della loro performance al Traffic festival di Torino prevista a inizio giugno, non ci resta che consumare questa ennesima perla; e poi, fateci aspettare anche altri dieci anni fratelli Hartnoll, ma non smettete mai di essere Orbital.

 

Label: ACP

Anno: 2012

 

Tracklist:

 

  1. “One Big Moment” 6:16
  2. “Straight Sun” 5:28
  3. “Never” 4:43
  4. “New France” (featuring Zola Jesus) 4:47
  5. “Distractions” 7:04
  6. “Stringy Acid” 5:19
  7. “Beelzedub” 4:54
  8. “Wonky” (featuring Lady Leshurr) 6:13
  9. “Where Is it Going?” 5:50

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