“L’infelice terra ha bisogno di eroi…” così ci dicono Il cielo di Bagdad, fresca band indie rock di origini campane. Con tutto quello che stiamo passando, come dargli torto? Il disco è sorprendentemente vario: l’alternanza di toni, umori e suoni diversi lasciano davvero senza fiato. Sicuramente la scelta della lingua (tutte le tracce sono in inglese) li indirizza verso una collocazione più internazionale, ma nulla risulta scontato o esageratamente “nostrano” da poter piacere solo a pochi intimi. E’ davvero un album strano, uno di quelli che non puoi ascoltare una sola volta. Al primo ascolto ti affascina talmente tanto da non sembrarti possibile e quindi senti il bisogno di ascoltarlo ancora cercando di capirlo. La musica però non si deve comprendere ma solo apprezzare e ad ogni nota, questi ragazzi, riescono quasi a dare un volto, una personalità che si trasforma in uno degli eroi di cui tanto abbiamo bisogno. Il rock che ci viene proposto è piacevole e particolare, molto nordico, che però non rinuncia (saggiamente) a qualche chicca in grado di dargli un carattere più esotico e sofisticato. Le canzoni non sono facilissime (anche se la robusta voce del cantante cerca di rendere tutto più accogliente) ma questo è un valore aggiunto! Questo album è una piccola perla, una delle migliori che ho potuto “ammirare” da quando scrivo per il nostro magazine. Sono felice che questa band sia capitata a me… una scoperta che non si dimentica!
Tracklist:
01. La la la la ok
02. The light place
03. We’ re fine
04. It’s over
05. Happy heroes
06. Tree’ s love
07. Stop! Stop! Stop!
08. Shadows and fairbows
Label: autoprodotto
Anno: 2012
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