«

»

mag 04

Strange Hands – Dead Flowers

Direttamente dai favolosi anni ’60, ecco a voi gli Strange Hands, trio francese composto da Lucas, Melvyn e Victor il cui fenomenale disco d’esordio esce per Shit Music for Shit People e per Azbin Records.. Mai scelta fu più azzeccata per entrambi, poiché, dopo un 7’’ pubblicato per la Fistful of Records, Dead Flowers esplode con tutta la sua carica d’istinto e materialità tra le mani del malcapitato ascoltatore, con pezzi da brivido e vertiginose accelerazioni soniche. Stilosi, succosi, saporiti ma anche forti come una bottiglia di Bordeaux, la carica degli Strange Hands è puro garage distillato in 12 piccole botti fatte maturare fino all’esplosione contro un muro di suoni colorati e variegati. Barcamenandosi tra due chitarre (una a 12 corde), un organo ed una batteria, la freschezza degli Strange Hands colpisce immediatamente dall’iniziale First Poem, inno vintage-adolescenziale che procura e richiede amore a prima ascolto. Immediatamente ricambiato con convinzione dopo aver assaporato il resto del disco: non un calo di tensione, non un passaggio a vuoto da Bunny Slipper alla conclusiva Warm Reflection, tra urla, riff abrasivi ed un uso dei tasti accomodante ed incisivo, ma mai in overdose. La sola She’s mine, elegante ed affascinante, può dare in poco più di 3 minuti l’idea di tutto ciò. Non mancano sconfinamenti in territori limitrofi, come in Smell, che puzza di Ramones. E non poteva nemmeno mancare un giusto e doveroso omaggio al flower punk dei Black Lips, dalla cui Dirty Hands sembrano essere germogliati improvvisamente i tre francesini: l’ossessiva mannaia di Anxious Picture rappresenta uno dei colpi più significativi dell’album. A dispetto dall’intro alla Creedence Clearwater Revival, Acid Vision continua nel solco garage già citato, ma nella fase finale del disco spuntano fuori come funghi incredibili sorprese: come molti connazionali affascinati dal suono made in UK, gli Strange Hands in Dead Flowers rasentano paesaggi cari agli Stone Roses, naturalmente non fini a se stessi, ma destinati ad un incedere progressivo che rasenta la psichedelica. In modo assolutamente delizioso. Come l’intero disco, che si merita il pensiero ad una puntatina per l’esordio dell’anno 2012.

Label: Shit Music for Shit People, Azbin Records.
Anno: 2012

Tracklist:

1.    First Poem
2.    Bunny Slipper
3.    She’s Mine
4.    Smell
5.    I’ll give you my drawnings
6.    Love Illusion
7.    Anxious Pictures
8.    Summertime
9.    Acid Vision
10.    Dead Flowers
11.    Trapper & Dodger
12.    Warm Reflection

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>