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mag 15

Jazzanova – The Funkhaus Studio Session

Spinto dall’allungarsi delle giornate, e dall’avvicinarsi della stagione estiva, mi accingo a recensire un altra “devianza” da ciò che sono più abituato ad ascoltare ed anche proporre. Si tratta dell’ultimo lavoro del team Jazzanova, intitolato The Funkhaus Studio Sessions, un album che già dal titolo ci dà un indirizzo preciso. Si tratta infatti di quasi un’ora e un quarto di eccellente musica (è sempre stato il principale obiettivo di questo team, quello di produrre musica di gran qualità) che si muove tra i territori più movimentati della lounge, ad altri di matrice house vecchia scuola (la house suonata con strumenti reali per intenderci), spaziando su sfumature più funky, mantenendo pur sempre una velatura piacevolmente pop. I brani sono per la maggior parte cantati da Paul Randolph, suonati con il cuore da un ensemble di musicisti, assemblati per fermare su disco quella dimensione d’improvvisazione live che i Jazzanova sanno creare. È come abbiamo appena detto un album che ammicca fortemente alla performance live, ed infatti l’ascolto risulta davvero piacevole per tutta la sua interezza (la media della lunghezza dei brani supera i 5 minuti ciascuno) senza mai cadere in momenti di pesantezza o di appiattimento; d’altronde si tratta di un album che non racchiude nulla di nuovo a parte l’inedita I Human, ma tutte registrazioni live in studio di brani che hanno reso famoso l’ecclettico ensemble berlinese. Si parte con Let Me Show Ya che setta il giusto mood per l’apertura del disco, rinforzato dalle chitarrine funky della successiva strumentale Theme From Belle E Fou. Dopo la già citata inedita I Human (che ad esprimere un parere, non regala nulla di più a tutto il resto del disco), troviamo i ritmi un po’ bossanoveggianti di Look What You’re Doin’ To Me, seguita dai piacevolissimi cambi di ritmo di Lucky Girl. Si arriva poi al doppio capitolo No Use e No Use (part 2) che rappresentano due momenti di vero relax, quasi a suggellare un piccolo momento di pausa a metà disco. Con Flashback infatti si ritorna a strizzare l’occhio al funk e alla house, non mancano accenni elettronici e l’impianto è più “djistico” come la successiva Believer anche se dai toni leggermente meno frivoli. Little Bird è il momento romantico, la ballatona che forse neanche t’aspetti ma che accogli molto volentieri durante l’ascolto; si riprendono un po’ i giri con I Can See che restituisce un po’ di verve e la successiva Boom Clicky Boom Klack dove la struttura ritmica si fa spazio diventando preponderante. Chiudono il lavoro la “jazzosa” ma divertentissima Fedime’s Flight, stumentale dal piglio davvero gioioso, e la conclusiva Let It Go che rappresenta un po’ il riassunto globale di cosa vuol dire Jazzanova: musica di qualità, ma non per questo motivo fruibile esclusivamente da un pubblico elitario, grazie ai suoi ritmi dance, alle sue piacevoli sbandate su curve house e funk, alla ricerca di suoni puliti e perfettamente incasellati in una struttura dei brani ricca ma mai pesante. È questo il “gusto” che ci lascia nelle orecchie The Funkhaus Studio Session, un pregevole lavoro (e d’altronde chi l’avrebbe mai messo in dubbio?) che scorre piacevolmente in queste giornate pre-estive, il giusto background per una serata di relax, un’ottima colonna sonora per un viaggio in macchina, un disco non necessario ma sicuramente esserne in possesso e ascoltarlo di tanto in tanto allegerisce il cuore.

Anno: 2012

Label: Sonar Kollektiv

 

Tracklist:

01. Let Me Show Ya
02. Theme From Belle Et Fou
03. I Human
04. Look What You’re Doin’ to Me
05. Lucky Girl
06. No Use
07. No Use (Part 2)
08. Flashback
09. Believer
10. Little Bird
11. I Can See
12. Boom Clicky Boom Klack
13. Fedime’s Flight
14. Let it Go:

 

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