Anno Astrale 1990: Dave Mustaine, tra un insulto e l’altro, sembra ormai essersi lasciato alle spalle la burrascosa esperienza nei Metallica, ma i suoi Megadeth, interpreti d’un thrash metal duro e puro, sembrano ancora dover patire il ruolo di eterni secondi rispetto ai più blasonati concorrenti guidati da Hetfield, in quegli anni forti persino d’un video in rotazione su MTV.
Tutto cambiò proprio in quel fatidico 1990, quando venne dato alle stampe il leggendario Rust In Peace, un album capace di stravolgere la scena discografica mondiale (con buona pace di quei fighetti dei Nirvana), con le sue ritmiche incessanti ed il suo incedere vorticoso, la sua rabbia martellante e le sue prodezze tecniche al limite del funambolismo.
Da quel giorno, i Megadeth entrarono nell’olimpo della musica, non sfigurando affatto accanto a nomi di egual spessore come Slayer ed Anthrax, Black Sabbath ed Iron Maiden.
Il dispotico Mustaine, l’irascibile Mustaine, in netto contrasto con le emergenti tendenze dell’heavy metal di fine secolo, tutte groove e Pantera, tirò fuori gli attributi che fino a quel momento aveva dimostrato d’avere solo nel corso di varie interviste e sputò in faccia a tutto il mercato musicale dell’epoca, confezionando un lavoro che, più d’ogni altro, incarna il vero senso della definizione “thrash”.
Certo, non fu tutta farina del suo sacco: in molti (tra cui il sottoscritto) sostengono che senza i vari Menza, Ellefson e, soprattutto, Friedman, quest’album avrebbe avuto metà della potenza sprigionata nelle sue nove, magnifiche, tracce.
Allo stesso tempo, potremmo indubbiamente trascorrere giorni interi a discutere della bellezza di Lucretia, Take No Prisoner o dell’ipnotica Hangar 18 (forte d’uno dei versi più belli della storia del rock, da Elvis agli Arcade Fire: “military intelligence / two words combined that can’t make sense”), ma il dovere ci obbliga a concentrarci su due autentiche pietre miliari del metal tutto: Holy Wars e Tornado Of Souls.
Due brani energici, violenti e dannatamente puliti come non se ne sentivano dal 1983 di Master Of Puppets: ogni strofa è perfetta, ogni riff ineccepibile, ogni ritmica è serrata, mentre l’acida voce di Mustaine suona cattiva e cinica come non mai.
Non c’è elemento che non sia al suo posto, non una stonatura; tutto concorre a dar vita ad una prestazione sublime e di gran classe.
Insomma, Rust In Peace è nientemeno che un capolavoro, un vanto per la nostra specie.
Tracklist
01. Holy Wars…The Punishment Due
02. Hangar 18
03. Take No Prisoners
04. Five Magics
05. Poison Was The Cure
06. Lucretia
07. Tornado Of Souls
08. Dawn Patrol
09. Rust In Peace…Polaris
Anno: 1990
Genere: Thrash Metal
Etichetta: Capitol Records
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