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mag 03

The Besnard Lakes – … Are The Dark Horse

A distanza di ben quattro anni dal fulminante debutto avvenuto sotto la buona stella del fu Volume 1, i The Besnard Lakes, originari di quella Montreal sempre più motore immobile dell’indie rock canadese, tornano con un album – gioiello di shoegaze romantico e dilatato, dal carattere epico ed impulsivo, figlio di un’ispirazione che, dai Beach Boys di Pet Sounds, scava profondo in un immaginario onirico capace di mescolare la psichedelia più acida dei gloriosi anni ‘70  e le divagazioni pop sulfuree – decadenti dei contemporanei Sigur Ros e My Morning Jacket.

Un lavoro d’alta finitura condensato in otto tracce ambiziose, dal sapore malinconico, brutale, musicalmente celato nelle esaltazioni lisergiche operate dalla band, fra tastiere romantiche affiancate da sezioni di archi e fiati e chitarre effettate dalla distorsione facile, riverberate, lontane come il respiro che, così facilmente, viene a mancare fin dalle primissime note dell’opener Disaster, affidata alle armonie vocali di un Lasek in stato di grazia.
Ma le sorprese non sono destinate ad esaurirsi così in fretta, e per una piccola stella che si eclissa nel fragore di una batteria dall’incedere post rock, ce ne sono subito altre sette pronte a prendere il suo posto.
La successiva For Agent 13 suona un po’ come l’eco degli Spiritualized, con la fragile voce della Goreas stesa in primo piano, inseguita solo dal battito incessante del suo basso e dai cori distanti dello stesso Lasek.
E poi ancora in avanti con i deliri della cavalcata classicheggiante And You Lied To Me, le atmosfere esplosive di Devastation e la dura intimità di Because Tonight, sorretta da una voce femminile calda ed elegante, mai banale.
Tuttavia, è in Ride The Rails che la band sembra catalizzare la propria traiettoria stilistica, disegnando liriche perdute ed affascinati, perennemente in bilico fra il possente muro sonoro dei My Blood Valentine ed il noise atmosferico dell’indie pop d’avanguardia.
A concludere la scaletta ci pensano On Bedford And Grand e Cedric’s War, la prima (forse) troppo prolissa e priva di caparbietà (tale da risultare la traccia più debole dell’intero album), la seconda dannatamente spiritata e dolce, con un occhio rivolto a quella west coast di fine 1970 che diede i natali a Brian Wilson.

Tra ospiti illustri e partecipazioni accattivanti, da Sophie Trudeau ed i suoi Silver Mt. Zion agli Stars di Chris Seligman, tra nostalgie e suggestioni visionarie, in conclusione, i The Besnard Lakes, si presentano al vaglio con un lavoro immenso, poetico, cupo.
Da brividi.

Tracklist:

01)  Disaster
02)  For Agent 13
03)  And You Lied to Me
04)  Devastation
05)  Because Tonight
06)  Ride the Rails
07)  On Bedford and Grand
08)  Cedric’s War

Genere: Indie Rock
Anno: 2007
Nazione: Canada
Etichetta: Jagjaguwar / Outside Music

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