Formatisi nel 2009 in quel di Roma gli Indie Boys are for Hot Girls si sono imposti nel circuito alternativo tornando, come spessissimo accade da un decennio a questa parte, al suono di 30 anni prima, ovvero al post-punk e alla new-wave, con in più le melodie del brit-pop. Le canzoni di quest’album sono avvolte da un suono cupo, oscuro, qualcosa di simile ai primi Interpol ma infarcite, in alcuni passi, della new-wave più festaiola. Lo stile chitarristico è minimale e intriso di suoni psichedelici, la voce è baritonale e spesso ricorda quella di Stan Ridgway, specie in Abandon. Da segnalare il garage-rock psichedelico di Follow the Tide, l’incedere nervoso ed isterico di Let your Body Out, il post-punk romantico di The Day that Love Left my Eyes con il suo strimpellio di chitarra in stile U2; infine, Colours che inizia come un solenne inno liturgico su di un cupo drone di organo, mentre man mano gli altri strumenti fanno la loro comparsa trasformandosi in un mood disincantato, finché la scena viene occupata da un enfatico e lievemente dissonante riff di chitarra. Into Uncounciousness ha conservato la base dell’oscuro e spoglio incedere del post-punk dei primi anni 80, ma vi ha innestato sopra un sound a tratti melodico e a tratti potente, lasciando l’impressione che c’è poco qui che non si sia già sentito.
Label: Acme for Music
Anno: 2012
Track-list:
01. Let your Body Out
02. Sad Actors
03. The One
04. Craving
05. The Day that Love Left my Eyes
06. Something Like a Dream
07. Abandon
08. Follow the Tide
09. Colours
10. Crossfire
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