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lug 12

Adam Baldych & The Baltic Gang – Imaginary Room

La musica del violinista polacco Adam Baldych ha qualcosa di unico, di speciale nei confronti dei suoi colleghi, perché è uno che viene direttamente dal jazz, che ha smesso du studiare la tradizione classica per approdare in USA dove ha studiato alla famosa Berklee School. Il fatto di risiedere a New York ovviamente l´aiuta a tenersi in forma per quanto riguarda questa musica, ma non ha mai chiuso con i connazionali, con cui spesso suona insieme. Il produttore Siggi Loch della casa discografica tedesca ACT lo ha subito apprezzato ed è spuntato un lavoro in studio realizzato con molta cura in cui i sidemen sono dei musicisti dell´area nordica intorno al Mar Baltico, ed ecco che la band prende il nome di Baltic Gang.
La musica del gruppo è notevole e rispecchia la miriade di influenze che si riversano nell´universo globalizzato del mainstream odierno, fra modale e accenti world. I due brani d´inizio mettono subito a fuoco l´ecletticità del progetto, ad esempio il forte impatto di Village Underground seguito dal più intimistico e carico di accenti europei Mirros. Si sbaglierebbe però a pensare Baldrych come a un epigono della musica classica prestato al jazz. La sua pronuncia singolare allo strumento acustico caratterizza le esecuzioni, originale senza avere bisogno degli eccessi di un violino elettrico. Le composizioni sono tutte ben pensate e focalizzate intorno al sestetto di
base. Gli unisoni con la tromba del finlandese Verneri Pohjola ed il sassofono contralto del norvegese Marius Neset, o gli scambi di brevi battute lo rivelano subito come uno che ha studiato a fondo il linguaggio dei sassofonisti. Proprio Village Underground a tal proposito è proprio un esempio perfetto, insieme allo stupefacente assolo su Cubism. Ogni brano ha una sua caratteristica, un suo incedere particolare, senza ripetizioni, apparentemente sorretti da una fantasia ed una cultura musicale fuori dal comune. C´è anche un omaggio al compianto collega connazionale Zbigniew Seifert, un For Zbiggy molto complesso, diviso fra atmosfere struggenti e momenti più intensi. Uno dei migliori episodi dell´album. Oltre ai brani con il gruppo si sceglie la formazione ridotta, come il duo di Time Traveler insieme al pianista Jacob
Karlzon
o il poetico finale di Million Miles Away insieme al contrabbassista Lars Danielsson Rama hai è un brano in cui la struggente voce della tromba contribuisce a creare un´atmosfera unica, malinconica, eppure dalla
sottile tensione sotto la superfice. Il bravo batterista Morten Lund, che abbiamo spesso ascoltato con Bollani, è un valido supporto con i suoi ritmi sottili, empatico al progetto. L´esordio di Adam Baldych per la ACT è un album molto riuscito, oltre al lavoro della band e del leader c´è da mettere pure in evidenza quello del produttore Siggi Loch e del coproduttore Nils Landgren. In fondo sono loro che limano e sfumano per fare rendere al meglio il disco.

Label: ACT Music

Year: 2012

Tracklist

01. Village Underground
02. Mirrors
03. The Room of Imagination
04. Cubism
05. K8
06. Time Traveler
07. Rama hai
08. For Zbiggy
09. 11.16
10. Zarathustra
11. Inspiration
12. Million Miles Away

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