«

»

lug 18

The War On Drugs – Slave Ambient

Ci siamo ricordati di loro per averli visti di sfuggita al Primavera Sound, tra un hot dog pieno di salse ed un passaggio davanti alla gente in fila ai bagni chimici. Ed a proposito di chimico, c’era qualcosa nel loro suono che ci aveva ammaliato e stregato a tal punto che abbiamo deciso di indagare più a fondo. Eccoci quindi giunti a Slave Ambient, uscito per la Secretly Canadian lo scorso anno, come tanti bei dischi pubblicati ultimamente dall’etichetta dal nome buffo. Ed anche The War on Drugs nonostante all’apparenza vengano da Philadelphia, in fondo in fondo un po’ canadesi lo sono. Magari non lo vanno a dire in giro. Però le note iniziali di Best Nights ricalcano l’approccio indie dei Broken Social Scene, anche se durante l’ascolto del disco sembra quasi abbracciare con lo sguardo la vastità degli orizzonti nord americani. Le note, i testi e le ambientazioni provengono principalmente da Adam Granduciel, che ha formato la band nel lontano 2005 cooptando anche Kurt Vile, nome grosso della scena indipendente americana, e visto di recente all’opera al Supersanto’s di Roma in uno dei concerti più belli dell’anno agli inizi di luglio. Lo stesso Vile, uscito dal gruppo dopo l’esordio di Wagonwheel Blues, è presente in diverse tracce, oltre a quella iniziale. La carica dei Violators lascia però qui lo spazio a melodie che rasentano il country (il timbro vocale di Granduciel in Brothers è incredibilmente simile a quello di Bob Dylan) e che scomoda anche paragoni con sua maestà Bruce Springsteen. L’uso di strumenti consoni al genere come piano ed armonica dona tutti i connotati per descrivere il genere come americana, ma c’è di più. Quando la band decide di accelerare ecco spuntare fuori dal cilindro meraviglie indie come Your Love Is Calling My Name, che starebbe a suo agio nel repertorio di gente come gli Arcade Fire; splendidi arcobaleni di neo psichedelia come in Come to the City, dove la guerra alle droghe subisce una seria disfatta per la gioia dell’ascoltatore; e mantra ipnotici e deliziosi come in It’s Your Destiny, che sembra guardare all’Oriente Estremo con occhio accondiscendente. Se poi ci aggiungiamo la corsa eighties di Baby Missiles abbiamo 4 splendide hit racchiuse in poco meno di 43 minuti e pronte per l’uso che volete: portatemi un’altra band in grado di ottenere lo stesso risultato ed avrete vinto la vostra personale guerra alla droga.

Label: Secretly Candian
Anno: 2012

Tracklist

1.    Best Night
2.    Brothers
3.    I Was There
4.    Your Love Is Calling My Name
5.    The Animator
6.    Come to the City
7.    Come for It
8.    It’s Your Destiny
9.    City Reprise #12
10.    Baby Missiles
11.    Original slave
12.    Black Water Falls

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>