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lug 18

Graham Coxon – Love Travels at Illegal Speeds

a cura di Annalisa Esposito

Il marzo del 2006 riporta sulle scene Graham Coxon con il suo sesto album, prodotto da Stephen Street. Troviamo apparecchiate tredici tracce che hanno sì come protagonista indiscusso l’amore, come ci suggerisce complice il titolo, ma lo stesso titolo accenna ad un’altra parola chiave per la comprensione dell’intero disco: speed, velocità, la velocità con cui passa tutto e con cui scorrono insaziabili gli anni. Non va dimenticato d’altronde che l’album è rilasciato il giorno dopo del trentasettesimo compleanno di Coxon, ma malgrado ciò, rispecchia tutt’altro che una crisi di mezza età: questa è indubbiamente una delle ere più creative della sua carriera solista. L’album sviscera l’autore nella sua pienezza, emerge nitida e cristallina la storia di un’anima che, seppur va per i quaranta, riesce a mantenersi intatta e genuina, riesce a riportarci ai primordi del grunge, con una musicalità fatta di suoni ruvidi e stridenti, spoglia di orpelli inutili.
Nella forte carica di I can’t look at you skin e Gimme some Love – canzoni dal calibro punk-rock che sembrano essere appartenute al anno ’77 – intravediamo uno spirito adolescente, spicca un atteggiamento pragmatico e una sonorità che sembrano appartenute ai Ramones e ai Buzzcocks.  La stessa forza non mancherà in canzoni di stampo alternative rock come What’s he got?, Don’t let your man know, You and I, You always let me down. Ma rispettivamente i riff punk, le melodie graffianti e pachidermiche, l’andatura convulsa, lasceranno posto ad un retrogusto pop, un ritmo più appianato e dolce, una chitarra acustica rilassata e calda in Don’t believe anything I say. Ed ancora, troveranno spazio una voce malinconica, una musica eterea eretta da melodie pressoché oniriche, uno spirito adulto e riflessivo nel trittico composto da Just a state of mind, Flights in the sea e la conclusiva, e suggestiva, See a better day. Quale canzone migliore per concludere il tutto con un grammo di ottimismo?  Il giudizio è più che favorevole dunque, per un cd che si innalza onesto e che, con i suoi voli pindarici, indaga le mille sfumature dell’animo del suo autore; giudizio più che positivo per il suo autore. Graham Coxon, conosciuto dai più come il chitarrista di una delle band che ha affollato lo scenario britpop degli anni ’90, i Blur, è conosciuto a dire il vero da un numero troppo esiguo di persone a causa della sua indole riservata, poco incline alla pubblicità e all’apparire. Evita infatti, deliberatamente, vistose campagne promozionali, preferendo muoversi silenzioso come la notte nella scena musicale, sfornando dischi ad una velocità impressionante: i primi sei in soli otto anni. Ma la sua peculiarità non è certo una posa e, a dispetto del suo carattere schivo e del suo ego tutt’altro che ipertrofico, non vanno di certo declassate le sue qualità artistiche.

 

Label: Parlophone
Anno: 2006

Tracklist

  1. Standing on My Own Again
  2. I Can’t Look at Your Skin
  3. Don’t Let Your Man Know
  4. Just A State of Mind
  5. You & I
  6. Gimme Some Love
  7. I Don’t Wanna Go Out
  8. Don’t Believe Anything I Say
  9. Tell it Like it Is
  10. Flights to the Sea (Lovely Rain)
  11. What’s He Got?
  12. You Always Let Me Down
  13. See A Better Day

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