Se potevate dirvi “abituati” alle cavalcate roboanti dei power metallers Sabaton, l’incontro tra il vostro orecchio e questo sensazionale Carolus Rex non potrà che vedervi dalla parte degli sconfitti: abitudine non è un aggettivo che si addice ai nostri nordici musicanti e la prova del loro costante rinnovamento è proprio a portata di mano.
Saltando a piedi pari le ciance di presentazione ed i soliti orpelli onanistici (se non conoscete i Sabaton, porca miseria, dove siete stati negli ultimi tredici anni?), passo subito alla definizione con cui, in origine, avrei voluto concludere quest’articolo: Carolus Rex, settimo full lenght del five act svedese, è l’album più epico e galvanizzante mai inciso dagli artefici di Primo Victoria (ricordo ancora con lacrime di commozione quel fantastico lavoro).
Del resto, cosa aspettarsi da un concept album basato sulla storia dello stormaktstiden se non un concentrato di maestosità ed epica?
Per l’occasione, l’ottimo Joakim Brodén, ugola d’oro della scena metal scandinava, sfodera una prestazione canora davvero convincente, lontano miglia dalle timbriche tutte acuti e virtuosismi tipiche del power metal in genere (à la Stratovarius, per intenderci), ma caratterizzata da linee vocali profonde ed avvolgenti, aggressive e sporche che ben si adattano con l’atmosfera sanguinolenta della materia affrontata.
I ritmi concitati e le cadenze eroiche, poi, non sono affatto assenti in questo lavoro che accresce la sua grandiosità grazie al contributo di cori ed orchestrazioni che non possono che esaltare lo splendido lavoro svolto dall’incredibile Daniel Mÿhr alle tastiere – per me, vero e proprio deus ex machina degli stessi Sabaton, coadiuvato splendidamente da una formazione da fuochi d’artificio come Sundén e Montelius alle chitarre, fautori di veri e propri riff spaccaossa, Sundström al basso (da antologia, le sue creazioni) ed il selvaggio Mullback alla batteria, nel ruolo di colonna portante dell’intera band.
Carolus Rex, è un lavoro enorme, in ogni accezione possibile e brani come Long Live The King, The Carolean’s Prayer e A Lifetime Of War si candidano a veri e propri manifesti programmatici d’un modo forse atipico di concepire l’heavy metal, ma dannatamente coinvolgente ed indimenticabile.
Tracklist
01. Dominium Maris Baltici
02. The Lion From The North
03. Gott Mit Uns
04. A Lifetime Of War
05. 1648
06. The Carolean’s Prayer
07. Carolus Rex08. Killing Ground
09. Poltava
10. Long Live The King
11. Ruina Imperii
Anno: 2012
Genere: metal
Etichetta: Nuclear Blast
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