a cura di Jean Rock
A tre anni di distanza dalla pubblicazione di Tiny Tiny Tiny giunge sul mercato questo secondo capitolo di Staggerman in cui traspaiono venature folk, rock, country e bluesy, dove gli orizzonti musicali americani vengono fusi con le radici italiane e lombarde dell’autore, disegnando atmosfere talvolta malinconiche e delicate che si alternano a momenti più decisamente incisivi. Don’t Be Afraid And Trust Me è il disco in cui Staggerman ha potuto contare sull’apporto delle batterie di Lorenzo Colosio, del basso elettrico di Salvatore Lentini e delle tastiere di Guglielmo Scarsi. Ad impreziosire ulteriormente il lavoro in studio ci sono poi le batterie di Beppe Facchetti e Fabrizio Finamore, il contrabbasso di Alan Cretti ed una sezione fiati; registrato nella primavera del 2012 con la poliedrica regia di Ronnie Amighetti.
La band ha curato il lavoro in ogni singolo dettaglio e a livello vocale ha aggiunto l’intervento di Giorgio Laini. Matteo Crema noto ai più per aver militato in band locali come Bogartz, The Union Freego, Van Cleef Continental decide di lanciarsi in questa avventura solista nel 2009, un’idea nata dell’esigenza di dare spazio alla propria musica attraverso un songwriting che preferisce la semplicità e la schiettezza alla spasmodica ricerca di nuove forme musicali. Nasce così il primo album Tiny Tiny Tiny (2009), che ottiene incoraggianti recensioni e riconoscimenti, passaggi in diverse radio (tra cui Rai Radio1) e tv (Sour Times viene utilizzato per un trailer Mediaset).
La promozione live del disco porta alla formazione della band di supporto, formata da Lorenzo Colosio (The Union Freego, Bogartz), Salvatore Lentini (Euphorica) e Guglielmo Scarsi (The R’s), che si esibisce in diversi contesti live (club, festival, manifestazioni). Il secondo disco è stato presentato il 21 giugno 2012 e contiene dieci tracce più una bonus track video con riprese fatte durante le registrazioni. Con questo nuovo titolo Staggerman si rivolge al pubblico che ha conosciuto l’album d’esordio e al quale vuole indirizzare questo messaggio: “se ti è piaciuto il primo disco, fidati, che anche questo va bene”.
Appare evidente che le dieci tracce sono collegate da una sorta di filo conduttore, come un diario che mostra la fotografia di un particolare momento della vita dell’autore. In questo secondo disco solista, Staggerman conferma ulteriormente il grande mestiere del songwriter che vuol oltrepassare i confini musicali americani per inoltrarsi in atmosfere più intimiste italiane e lombarde proprie dell’autore.
Dopo una lunga gavetta in band locali, Matteo Crema è diventato quel tipo di musicista che rispecchia la sua personalità attraverso i propri brani sintonizzandosi con la tradizione dei folk singers; l’autore infatti è il frutto di anni di ascolto e di evoluzione musicale giunto alla maturità grazie ad una vena compositiva intimista che cerca di colpire dritto al cuore di chi ascolta.
Coadiuvato da Ronnie Amighetti alla regia, Staggerman appare un autore di grande feeling ed è uno di quei talenti musicali che spesso si scovano nella nostra penisola in cui melodie morbide e smussate da elementi folk sono abilmente inseriti nel lavoro di arrangiamento. È un bell’album che inizia significativamente scarno affidandosi alla chitarra acustica e alla voce. L’effetto cercato è tutto nella interpretazione e nella forza comunicativa, nella ricerca di una dimensione intimista e più consona all’immagine di un raffinato songwriter. Anche in questo secondo lavoro è rimasto fedele ad una lettura semplice e carica di passione della tradizione, affidandosi ai suoni acustici, allo slide, avvalendosi di musicisti giusti per un sound dinamico e accattivante, legato alla tradizione, fresco e immediato.
Don’t Be Afraid And Trust Me è un inno alla semplicità che evoca piacevolezza, quei soliti giri sentiti un miliardo di volte che come per magia riescono ancora una volta ad arrivare dritti in profondità e in cui non si perde l’essenziale gusto musicale e che riescono a fornire quasi sempre una cornice genuina di insieme. Tutti gli elementi emergono in una continuità compositiva ed espositiva in un cd che è ben arrangiato, in cui la semplicità di scrittura di fondo è ben bilanciata dai raffinati interventi dei vari strumenti e in cui sono soprattutto i colori delle varie chitarre che entrano ed escono con continuità a costruire un sound misurato e di buon gusto. Un traguardo certamente meritato dopo tre anni di attesa per una band di grandi musicisti e un CD da ascoltare con grande…curiosità.
Label: autoprodotto
Anno: 2012
Tracklist
1. Maybe I Won’t
2. (Not) The Man I Used To Be
3. Morning Walk
4. Can’t Stand Up
5. The Night I Saw You Stripping
6. Skinny Pretty Freak
7. Everything Is Nothing
8. Too Hot To Die
9. Turtles
10. If I Could Only Live My Life Twice
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