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set 17

Alessandro Fiori – Questo Dolce Museo

Stralunato e poetico, Alessandro Fiori, già ex frontman dei mirabolanti Mariposa, torna, a distanza di due anni dal suo disco d’esordio come solista, con un lavoro che, nonostante gli echi di quel programmatico Attento A Me Stesso, riesce a colpire per originalità e naturalezza.
Più lineare rispetto alla sua precedente produzione, meno articolato in chiave melodica e meno ricercato in sostanza compositiva, Questo Dolce Museo è il disco delle meraviglie che in molti attendevano, qualcosa che riuscisse ad incanalare la dolce disillusione gustata in brani come Idrocarburi con la passione cantautoriale del Dalla settantiano, quello di Nuvolari e 4/3/43 per intenderci.
Le ninne nanne svampite del precedente lavoro, perciò, lasciano il passo a composizioni amare e surreali, intessute di liriche che definir “poesie” è forse riduttivo: in che altro modo parlare di Mi hai amato soltanto se non di un’incantevole riflessione sulla stessa insicurezza che ci rende così maledettamente mortali?
Quale altra categoria utilizzare se non quella della poesia dopo aver ascoltato versi quali “come se avesse data di scadenza / il tuo avermi accettato / e intanto mi domando perché quello schianto mi ha salvato? / mentre tu mi hai amato soltanto”?
Se Attento A Me Stesso poteva esser, dunque, considerato come l’apoteosi del “risveglio”, Questo Dolce Museo è, a pieno titolo, l’apoteosi della “consapevolezza”, della propria finitudine; la stessa Giornata D’Inverno somiglia ad un saluto all’infanzia, perduta nei vincoli sociali della nostra adultità (che mi si passi il termine psicologico).
L’apparato sonoro, inoltre, sfrutta a dovere il blasone di gente del calibro di “Asso” Stefana (tra i migliori chitarristi italiani in circolazione, qui anche nelle vesti di produttore), Sebastiano De Gennaro, portento del vibrafono ed Emanuele Maniscalco, batterista tanto delicato quanto incisivo.
Fra echi beat (Via da industria) e rivisitazioni cameristiche (Sandro Neri, scomparso amico dell’autore, cui l’album è dedicato), Questo dolce museo è di una semplicità disarmante, talmente “spontaneo” da far male.
Fiori, insomma, non è il solito cantautore tutto fronzoli ed estetica, in grado unicamente di confezionare piccoli versi da copiare negli status di Facebook (quale triste moda!); è un artista in grado da sé di riscrivere le stesse strutture del cantautorato italiano, di suggerire nuove metriche e soluzioni.
È innovazione, sperimentalismo immaginativo, pionierismo linguistico; è il motivo per cui vale ancora la pena di ascoltare musica.

Tracklist

1. Scusami
2. Giornata d’inverno
3. Ti annunci piangendo
4. Coprimi
5. Il vento
6. Il gusto di dormire il diagonale
7. Mi hai amato soltanto
8. Bambina
9. Via da industria
10. Sandro Neri
11. Tigre in strada
 
Anno: 2012
Genere: cantautoriale
Etichetta: Urtovox

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