La musica dei Verbal frammenta e ricompone linguaggi. Li usa tutti, ma non ne parla nessuno. La musica dei Verbal è matematica che respira e sanguina. Tenta di ricomporre il mondo fin dove è possibile. Ne immagina un’utopia dove tutto conviva in un’alternanza di implosioni ed esplosioni. Non ha una faccia ma varie, non ha una lingua ma molte, non ha un genere ma tanti. Poliforme e poliglotta, inquieta e trans-genere. Anzi, trans-rock. Contamina math-rock e funk…, post-rock cinematico e rumorismi. Vive di poliritmie e sovrapposizioni. E’ un quadro di Escher, un intestino di gomma e metallo, il parcheggio di un centro commerciale. E’ il battito del tuo cuore in scompenso. Dentro la metropoli in cui ti sei perduto. Due chitarre, un basso, batteria e tastiere che formano un mosaico di influenze e rimandi vissuti con piglio vitaminico e squarci di evocazione palpitante. Un suono che va oltre la musica ed usa le lingue come cose, privando le parole del loro significato. Per raccontare l’ipertesa afasia moderna con l’urlo ritmico-elettrico di un animale sonoro di 350 kg (strumentazione esclusa).
Queste le ultime date dell’estate:
19 Settembre 2012.
LE MURA, Roma.
20 Settembre 2012.
BULBART FESTIVAL, Cortile Maschio Angioino, Napoli.
21 Settembre 2012.
SANACORE, Ariano Irpino (AV).
22 Settembre 2012.
IL CORTO MALTESE, Fabriano (AN).
06 Ottobre 2012.
BERGAMOSCIENZA, Città Alta, Chiostro San Francesco, Bergamo.
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