Surreale, incandescente, danzabile, celestiale, come dire friendly, il sound coniato dal duo pesarese rimescola overdosi di ritmiche da discoteca, brezze ambientali, geometrie post-rock e vaporosità digitali.
Danno l’abbrivio le cadenze poliritmiche di Coeur Caché caratterizzata da una certosina fusione tra techno e rock, tra ballabile e suggestione; LL è invece il remix “discotecaro” di un pezzo di un’altra band marchigiana: i Death in Plains. La metronomia incalzante di Summerize ci consegna istantanee sbiadite di dance-pop music infarcite di distorsioni chitarristiche; si prosegue con il tessuto rumoristico digitale di Conifere colorito da cadenze ipnotiche e vellutate fuse in flussi omogenei di chitarra, tastiere e drum-machine. L’apice del languore è Caldo, avvolta in spirali di arpeggi rarefatti, ritmiche solenni e cori allucinogeni con effetti di riempimento. Ranma è forse il brano più surreale dove la polifonia vocale raggiunge il suo apice; il pezzo, che si apre come un mantra solenne, divaga nella seconda parte verso cacofonie drum’n’bass. I tribalismi, al contrario, si impadroniscono della dream-techno di Wimbo nella quale i cori africani si contrappongono al gelo nord europeo della drum-machine. Celebra la fine dell’album la title-track, avvolta da una nube di stupore tribale e la cui trance suona quasi spirituale.
Orgogliosamente nati cresciuti e pasciuti nella “Pesaro rumorosa” gli STRi partoriscono un’autoproduzione scolastica, propulsiva, godibile e meticolosamente arrangiata, ricca di stravaganti e intriganti intuizioni.
Label: Autoprodotto
Anno: 2012
Track-list:
01. Coeur Caché
02. LL (original song by Death in Plains)
03. Summerize
04. Conifere
05. Caldo
06. Ranma
07. Wimbo
08. Canyon
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